A sei anni abusata sessualmente
dallo "zio". "E' il nostro segreto"
70enne a processo per violenza sessuale. Molestie avvenute nella cascina dei nonni della ragazzina

Molestata e abusata sessualmente dallo “zio”. E’ l’accusa mossa da Valeria (nome di fantasia), oggi 21enne, nei confronti dell’uomo che viveva e lavorava nella cascina dei suoi nonni nel cremonese. “Zio Beppe“, lo chiamavano tutti in famiglia. “Zio Beppe”, un uomo di circa 70 anni, è finito a processo con l’accusa di violenza sessuale. Un centinaio, come dichiarato dalla vittima in aula, gli abusi subiti da quando lei aveva sei anni e che sarebbero andati avanti fino al 2015, quando aveva iniziato a frequentare le scuole medie.
In aula, Valeria ha chiesto ed ottenuto di raccontare la sua storia protetta da un paravento per non incrociare lo sguardo dello “zio”, seduto al fianco del suo avvocato. Le violenze sarebbero state commesse nei mesi estivi, quando la ragazzina, insieme al fratellino più piccolo, andava in vacanza nella cascina dei nonni. “Mi toccava nelle parti intime, mi baciava”, ha raccontato Valeria. “Lo faceva quando eravamo nei campi o nella stalla dove c’erano i conigli. Mio fratello lo mandava a guardare le mucche o a raccogliere la frutta, così restava da solo con me. Mi faceva sedere sulle sue ginocchia, io cercavo di scostarmi, di divincolarmi, ma lui mi teneva e mi metteva le mani sotto i vestiti“.
“E’ il nostro segreto”, le avrebbe detto lui, “non dirlo a nessuno. Il nostro è un legame speciale”.
Un giorno la giovane si era sentita male. “Avevo un dolore al petto e mi mancava l’aria”. Preoccupati, i genitori l’avevano accompagnata dal medico che aveva diagnosticato un malore dovuto allo stress, e aveva consigliato di rivolgersi ad una psicologa. Dopo quattro sedute, Valeria si era sfogata, e aveva raccontato tutto. “Grazie a lei”, ha detto la ragazza, “ho avuto la forza e il coraggio di dirlo ai miei genitori“.
In aula, Valeria, ha ricordato che nella cascina dei nonni non ci andava solo d’estate, ma anche durante le feste. “In quelle occasioni, quando c’era tutta la famiglia, cercavo di evitarlo e di non trovarmi mai da sola con lui“. Col tempo, anche a causa di un‘allergia al polline e alle graminacee sofferta dalla ragazza, che intanto aveva iniziato a frequentato le medie, le visite ai nonni si erano fatte sempre meno frequenti. Durante il suo racconto, Valeria ha sostenuto di essere rimasta segnata dalle violenze subite. “Ancora oggi faccio fatica a dimostrare affetto agli amici o ai familiari”.
Sara Pizzorni