Maltrattata per dodici anni, lo
perdona. I giudici lo condannano

L’ennesimo caso di maltrattamenti in famiglia arrivato nell’aula penale del tribunale di Cremona si è concluso con la condanna dell’imputato, un 36enne cremonese, a due anni di reclusione contro i quattro e mezzo chiesti dal pm. La pena è sospesa a patto che l’imputato si sottoponga a specifici corsi di recupero per uomini maltrattanti.

Nell’arco di dodici anni, dal 2010 al 2022, l’uomo aveva maltrattato la propria moglie, ingiuriandola quotidianamente e minacciandola in più occasioni, anche con l’uso di un coltello. Per l’accusa, colto da scatti di violenza, aveva anche distrutto il mobilio della casa e picchiato la compagna con la frequenza di almeno una volta al mese con schiaffi e pugni.
I maltrattamenti erano avvenuti alla presenza dei figli minorenni della coppia, due ragazzini di 15 e 12 anni. Ai due figli, costituitisi parti civili attraverso l’avvocato Cristina Pugnoli, i giudici, come risarcimento, hanno disposto il versamento di una provvisionale di 2.000 euro ciascuno.

La moglie, invece, non era parte civile in quanto aveva rimesso la querela nei confronti dell’imputato, a processo assistito dall’avvocato Simona Bracchi. Attualmente la coppia è tornata a convivere. Soddisfatto il legale del 36enne: “la coppia si è ricostituita”, ha detto l’avvocato Bracchi, “dopo un percorso durissimo uscendo dal tunnel della droga, segno che l’amore supera qualsiasi difficoltà. L’entità della pena, con il beneficio della sospensione con la frequentazione dei corsi è un buon risultato. È un segno di speranza che rende merito ai giudici del tribunale”.
Sara Pizzorni