Tacchini: "Rinaturalizzare i suoli,
Cremona aderisca a bando regionale"

Rinaturalizazione dei suoli degradati o in via di degrado: Regione Lombardia ha emesso un bando a cui possono accedere gli enti locali per avere finanziamenti che potrebbero coprire nche il 100% del costo. “Un opportunità da cogliere per il COmune di Cremona”, afferma Paola Tacchini, consigliera di M5S – Cremona Cambia Musica” che sul tema ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale e all’attenzione dell’assessore all’Ambiente Simona Pasquali.
“Il Bando – si legge nell’interrogazione – consiste nel programmare, finanziare e monitorare interventi per la rinaturalizzazione dei suoli degradati o in via di degrado, attraverso l’incremento degli spazi verdi, nelle aree urbane e periurbane, con lo scopo di favorire la riattivazione dei servizi ecosistemici compromessi dalle azioni di totale o parziale impermeabilizzazione, copertura con materiale artificiale, compattazione, salinizzazione e contaminazione, riduzione della fertilità o desertificazione dei suoli.

“L’obiettivo è contrastare il consumo di suolo invertendo i processi di urbanizzazione, tramite il recupero di aree compromesse da trasformare in aree verdi fruibili ad uso pubblico. Ciò consente di migliorare la qualità ambientale, sensibilizzare la popolazione sull’importanza della tutela del suolo e promuovere i benefici ecologici e sociali della sua conservazione. L’intervento mira a ridurre le emissioni di CO2, migliorare i servizi ecosistemici, limitare il ruscellamento delle acque pluviali secondo i principi dell’invarianza idraulica e idrologica, mitigare il fenomeno di isola di calore urbano e favorire la rigenerazione urbana, in linea con gli obiettivi del Green Deal al 2030 e 2050″.
“Cremona – aggiunge Tacchini – ha diverse aree che possono venir destinate a tali progetti, oltre al fatto che è una necessità sempre più evidente, viste le bolle di calore e i cambiamenti climatici in atto; inoltre esistono alcune aree da bonificare, come abbiamo potuto recentemente constatare durante le audizioni in merito al danno ambientale Tamoil, come nelle zone esterne al sito, le aree canottieri vicino al fiume PO, visto che la stessa Tamoil dovrà provvedere nella sua proprietà a fine attività.
“Questa potrebbe essere una bella opportunità per stimolare il Comune a proporre e intraprendere delle pratiche di fertilizzazione del suolo che non richiedano particolari interventi invasivi se non quelli iniziali di pulitura dei terreni da materiali incoerenti che li ricoprono e che si ispirino a metodologie proprie dell’agricoltura cosiddetta “naturale” laddove per naturale si intende intervenire limitatamente per stimolare il terreno affinché riesca in autonomia nel tempo a rigenerarsi e a ritornare anno dopo anno a una fertilità perduta.
“Parlare di agricoltura naturale, del “non-fare”, significa riprendere in mano le pratiche rivoluzionarie del microbiologo, agronomo e filosofo giapponese Masanobu Fukuoka, dalle quali discendono tutte quelle pratiche di agricoltura non convenzionale che si sono sviluppate in epoca moderna. Il suo approccio all’agricoltura è sempre stato quello di imitare il funzionamento della natura riconoscendo nel risveglio del suolo e nella biodiversità il fattore chiave per ripristinare i cicli naturali. Famose sono le sue esperienze in giro per il mondo per rinverdire aree sottoposte a desertificazione attraverso la pratica della semina con le palline di argilla. In Italia abbiamo la fortuna di avere rispetto agli altri Paesi un’associazione molto attiva e ben radicata, la RAN (Rete per l’agricoltura naturale), che promuove e divulga da diversi anni in Italia e all’estero le tecniche agricole e la filosofia di Fukuoka.
Beneficiando di questo bando, avremmo quindi gli strumenti e la possibilità di intraprendere un percorso nuovo e all’avanguardia che può fare scuola in Italia ed essere capostipite di esperienze di rigenerazione dei suoli che si possono radicare in altri Comuni su tutto il territorio nazionale.
E in tal senso quale modo migliore se non poi quello di coinvolgere anche l’Istituto di Agraria della nostra città in maniera tale da lasciare sul territorio e nei giovani, conoscenze di un metodo di agricoltura stimolante e fortemente contagioso (e così determinante anche per le sorti del nostro pianeta) che potrebbe nel tempo diffondersi con ogni probabilità in una realtà come la nostra a forte vocazione agricola”