Lettera del consolato cinese contro
i rapporti tra Ventura e Taiwan
Profonda preoccupazione e forti obiezioni ha espresso il Consolato cinese di Milano per i rapporti ritenuti eccessivamente intensi e frequenti tra il consigliere regionale Marcello Ventura e l’ufficio di rappresentanza di Taipei in Italia a Milano. La protesta è stata espressa ufficialmente con una lettera al Presidente del Consiglio regionale Lombardo dopo la visita a Cremona il 23 maggio scorso, di una delegazione guidata dal rappresentante di Taiwan Riccardo Lin.
Secondo il consolato questo rapporto determina implicitamente il riconoscimento di un territorio che viene considerato parte della Cina, secondo il principio di “una sola Cina”. Per non irritare il grande paese, nel mondo sono solo 12 gli Stati che hanno relazioni diplomatiche ufficiali con Taiwan.
Il Consolato cinese nella lettera ribadisce che c’è una sola Cina e Taiwan è parte inalienabile del territorio cinese, con cui non è possibile intrattenere rapporti politici e diplomatici. Non sappiamo se c’è già stata un’ulteriore reazione al recente viaggio a Taiwan di alcuni consiglieri regionali, ma Ventura respinge ogni addebito e ribadisce che la visita ruotava attorno a temi economici.
“Non vedo quale sia il problema”, dice il consigliere regionale di Fratelli d’Italia. “Sono andato a Taiwan con i miei colleghi per intrattenere rapporti di natura economica e non politica. Il problema forse è che ho avuto relazioni istituzionali, ma con una base economica. E’ normale al punto tale che il governo italiano ha un rappresentante per l’economia italiano a tutti gli effetti che intrattiene relazioni con il nostro paese”
“Tanto è vero che prima di noi – aggiunge Ventura -, il giorno stesso del nostro arrivo, tornava in Italia una delegazione di parlamentari. Abbiamo parlato di economia, di scambi commerciali, di finanza commerciale, di sviluppo loro e nostro. Stiamo parlando di rapporti di natura politica, sui quali la Cina forse ritiene di mettere un veto. Ribadisco che l’Italia non riconosce Taiwan sul piano diplomatico, ma economicamente sì”.
Giovanni Palisto