Borghi in tribunale. "Diffamato, la
mia vita professionale immacolata"
Questa mattina il senatore della Lega Claudio Borghi, 55 anni, milanese, era in tribunale a Cremona dove ha testimoniato in un processo che lo vede vittima di diffamazione. Sul banco degli imputati c’è Alessandro, cremonese, che nel gennaio del 2020, all’epoca in cui Borghi era presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, aveva pubblicato un tweet all’interno di una discussione pubblica sul social X, conosciuto fino al 2023 come Twitter.
“Claudio faceva reddito impolpettando derivati con titoli tossici in Deutch Bank, fu accompagnato alla porta per questo, invitandolo alle dimissioni”. Questo il testo del tweet che faceva riferimento a quando il futuro senatore era managing director in Deutsche Bank.
“Niente di più falso”, ha detto Borghi, a cui qualcuno aveva girato quel tweet. “La mia vita professionale è immacolata“, ha spiegato il politico, che a processo è parte civile. “All’epoca c’era la crisi dei titoli derivati, ma il mio ruolo in Deutsche Bank nulla aveva a che fare con quella questione. Io lavoravo in tutt’altro settore, facevo solo intermediazione”. “Con la banca ho chiuso il mio rapporto dopo vent’anni di lavoro in cui avevo raggiunto il massimo livello di dirigenza“, ha aggiunto Borghi, che ha iniziato facendo il fattorino. “Tra l’altro l’avevo detto in anticipo che mi sarei ritirato. Non ho mai avuto alcun tipo di contestazione da parte della banca sul mio operato“.
Nel 2009, dopo essersi ritirato dal lavoro nei mercati finanziari, prima di intraprendere l’attività pubblica, Borghi si era dedicato all’insegnamento come docente di economia degli intermediari finanziari, economia delle aziende di credito ed economia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il tweet del cremonese era stato pubblicato “nel corso di una discussione alla quale avevano partecipato numerose persone, anche note”, ha sottolineato il senatore. “Si trattava di una discussione provocatoria nei miei confronti, in particolare sui miei redditi nell’attività politica. Ci sono milioni di persone che non vedono l’ora di accusarmi di aver fatto chissà che cosa in passato, e se appena trovano qualcosa non perdono l’occasione. Sono una persona attiva nel mio ruolo e la mia reputazione è costantemente a rischio. Qui si tratta di circostanze false e pregiudizievoli“.
Il senatore Borghi non ha mai visto nè conosciuto l’imputato. “Le indagini sull’autore del tweet, come ha spiegato il legale di parte civile, l’avvocato Mattia Celva, del Foro di Trento, “sono state effettuate a Trento, in quanto è lì che è stata sporta querela, ma il processo si svolge a Cremona in quanto la Cassazione stabilisce che quando la diffamazione avviene attraverso la rete, come in questo caso, e non si riesce a risalire al luogo dell’effettivo caricamento del contenuto su internet, bisogna far riferimento al domicilio dell’imputato. E anche a prescindere dall’accertamento tecnico sul titolare del profilo sui social, se ci sono nome e cognome e una foto e se questa persona non ha mai presentato una denuncia per ‘furto di identità’, deve essere in grado di dimostrare che non si tratta di lui”.
L’imputato cremonese, assistito dall’avvocato Antonio La Rosa, di Verbania, si difenderà nell’udienza del 23 gennaio.
A Cremona, il senatore Borghi viene spesso in visita. “Oggi unisco l’utile al dilettevole“, ha detto al termine dell’udienza. “Stamattina ho testimoniato a Cremona al processo e stasera sarò a Fidenza per la presentazione del mio libro“.
Sara Pizzorni