Cronaca

Bracciale elettronico a Faneto,
il legale: "Tutela per la vittima"

L'avvocato Vito Alberto Spampinato, legale della vittima, commenta l'applicazione del braccialetto elettronico al rapper Faneto, accusato di violenze e abusi su una giovane. La vittima ha intrapreso un percorso di recupero.

Violenze continue per un anno

“L’applicazione della misura restrittiva consente di tutelare la vittima da eventuali intenti vendicativi, ed è un grande risultato”: queste le parole di Vito Alberto Spampinato, avvocato della 20enne cremonese che ha denunciato il rapper Faneto, commentando l’applicazione del braccialetto elettronico al giovane.

L’avvocato Vito Alberto Spampinato

La ragazza a metà ottobre aveva presentato denuncia contro il rapper milanese, al secolo Valentin Antonio Segura, classe 2004, di origini dominicane.

“La ragazza è molto provata e sta intraprendendo un percorso psicologico, per superare quello che le è successo” spiega ancora il legale. “La sua è una storia di violenze e abusi, protrattasi per oltre un anno. Una convivenza nata per piacere, ma poi tramutatasi in una storia di botte, minacce, insulti, imposizioni”.

Come già aveva raccontato la giovane sulle sue pagine social, denunciando pubblicamente quanto le stava accadendo, il rapper l’avrebbe chiusa in una spirale di abuso e prevaricazione. “Le imponeva di non uscire, aveva una gelosia ossessiva che lo portava a tenere comportamenti sopra le righe” continua l’avvocato. “Riceveva botte quasi tutti i giorni, che poi culminavano in abusi e violenze”. Finché, prendendo coraggio, non aveva deciso di raccontare tutto alla famiglia e di chiedere aiuto.

“Oggi abbiamo ottenuto la misura restrittiva, che ci consente di tutelare la ragazza. E’ un passo avanti al fine di arginare simili comportamenti” dice Spampinato. Soprattutto considerando che il rapper avrebbe minacciato la giovane più volte, intimandole di non raccontare nulla.

“La speranza è che ci sia presto un processo e che venga giudicato e punito in maniera esemplare” conclude il legale. “Quello che ha dimostrato non è amore, ma voglia di prevaricazione”.

Laura Bosio

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