Cronaca

Tempesta Vaia, la situazione
in Val di Fiemme 7 anni dopo

Sono trascorsi 7 anni da quando sul finire di ottobre 2018 la tempesta Vaia sferzò in modo inimmaginabile i territori alpini schiantando milioni di alberi fra cui gli abeti rossi contenenti legno di risonanza per strumenti musicali, con un impatto oltre che sull’ambiente anche sulla filiera liutaria cremonese.

Fabio Ognibeni CEO della ditta Ciresa di Tesero che da decenni si occupa di raccolta del legno di risonanza nei boschi di Stradivari, descrive la situazione oggi nelle montagne della Val di Fiemme che è migliorata con le piantumazioni ma non è ancora tornata alla normalità: “Circa un 50% è rappresentato dalle aree vuote dove si vedono appena i primi cenni di ricrescita del bosco che ha un ciclo lunghissimo, bisognerà attendere 100 anni per tornare al bosco che avevamo prima” racconta Ognibeni, che aggiunge come ci siano zone con gli alberi seccati dal bostrico, parassita che si è diffuso dopo la tempesta.

Le autorità che gestiscono le foreste demaniali sono intervenute tempestivamente per rimuovere le piante infestate dal bostrico, inoltre i progetti attivati da diverse realtà della zona hanno salvato ingenti quantità di legname, come il crowdfunding promosso da Ciresa che mise in salvo 2mila200 metri cubi di tronchi.

Nonostante l’attività storica e tradizionale però, le difficoltà impattano negativamente sul futuro: “Ora il taglio di materiale fresco con caratteristiche idonee alla lavorazione per gli strumenti musicali è ridotto al minimo e io sto continuando a comunicare a tutti i nostri clienti e ai liutai che è prudente far scorta di materiale ancora disponibile nei nostri magazzini” spiega Ognibeni, specificando inoltre che il lavoro di raccolta è sempre più difficile e sempre più costoso.

Federica Priori

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