Cronaca

Morte Sarcone: il gip ordina
l'imputazione per l'investitore

La vittima, Paolo Sarcone

Nonostante la richiesta di archiviazione del pm, il gip ha ordinato l’imputazione coatta per il 42enne accusato di omicidio stradale per aver provocato la morte di Paolo Sarcone, il 42enne originario di Foggia ma residente a Cremona morto nella notte tra il 30 e il 31 agosto dell’anno scorso sulla Castelleonese, all’altezza di San Predengo, all’incrocio con la strada che porta al Golf Club. Secondo l’autopsia, ad ucciderlo non sarebbe stata la caduta dallo scooter, e nemmeno un malore, ma l’investimento dell’auto che lo aveva travolto e che era sopraggiunta in direzione di marcia opposta.

Agli atti c’è anche la consulenza dell’ingegner Cinzia Cardigno, il perito che per conto del pm ha ricostruito l’incidente. Il conducente procedeva ad una velocità moderata, di 50/60 chilometri orari. Non si era accorto della presenza di Sarcone, tanto che non ci sono segni di frenata. La macchina si era fermata a 90/100 metri di distanza dal corpo. La strada era tutta dritta, ma secondo il perito, basta anche solo una frazione di secondo di distrazione, magari per guardare qualsiasi strumento del mezzo, per non accorgersi di un ostacolo fisso e non avere l’accortezza di frenare in tempo.

L’avvocato Carassai

L’automobilista è assistito dall’avvocato Andrea Carassai. “Ora attendiamo la richiesta di rinvio a giudizio e poi valuteremo il da farsi. Di certo si è trattato di una disgrazia in tutti i sensi“.

Lucia, la sorella della vittima, è invece rappresentata dall’avvocato Alessandro Vezzoni, mentre i genitori di Sarcone e l’altra sorella dal legale Vito Alberto Spampinato.

Per cause sconosciute, Sarcone, che stava tornando a casa dopo aver trascorso la serata al Paradise Wine Bar di Costa  Sant’Abramo, lungo un tratto stradale privo di illuminazioneera caduto a terra, e il suo scooter aveva terminato la corsa in un fossato adiacente la carreggiata. Il 42enne, sbalzato dal motociclo, ma ancora vivo, si era quindi trovato al centro della corsia con senso di marcia opposto. Il conducente della macchina sopraggiunto poco dopo non era riuscito ad evitare di investirlo. Gli accertamenti effettuati hanno escluso un precedente impatto con un altro mezzo.

L’avvocato Vezzoni

La causa del decesso è da attribuirsi ad uno shock emorragico. Nelle 32 pagine di consulenza tecnica si sostiene che le lesioni al capo e le fratture del bacino e del femore sinistro sarebbero da ricondursi alla caduta dallo scooter con il conseguente impatto al suolo. Le numerosissime fratture costali, invece, sarebbero maggiormente compatibili con un “meccanismo di natura compressiva, ossia di uno schiacciamento” da parte della macchina.

Secondo il medico legale, si può affermare, “con elevata probabilità, prossima alla certezza”, che Sarcone “fosse ancora vivo al momento dell’investimento e che il decesso sia stato conseguenza di quest’ultimo, piuttosto che della caduta dal motociclo”. “Il trauma cranico”, secondo i risultati dell’autopsia, “per quanto certamente non letale, abbia determinato assai verosimilmente la perdita di coscienza” del 42enne, che quindi dopo la caduta non era stato in grado di allontanarsi dalla carreggiata.

L’avvocato Spampinato

Gli esami tossicologici hanno evidenziato che l’uomo, al momento della caduta, “versava sotto l’effetto di alcol etilico”, con un valore nel sangue di 1,04 grammi per litro, cosa che avrebbe contribuito “significativamente a causare la perdita del controllo del mezzo, e dunque la caduta”. Per quanto riguarda infine l’orario della morte, gli esperti lo collocano “negli istanti successivi al sormontamento da parte dell’autovettura, ossia intorno alle 00,50 del 31 agosto”.

Sara Pizzorni

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