Cronaca

Truffatrice dell'asporto incastrata
da agente travestito da fattorino

Lo scorso 22 maggio, Francesca Pizzamiglio, 44 anni, residente a Vescovato, era stata condannata a un anno, sette mesi e 1.150 euro di multa per quattro episodi di truffa e insolvenza fraudolenta. Si trattava della maxi truffa del cibo da asporto non pagato nella quale, tra il 2019 e il 2020 erano stati presi di mira 24 esercizi commerciali di Cremona e provincia, compresi ristoranti di lusso, per un danno complessivo di quasi 9000 euro. Una vicenda che era balzata agli onori della cronaca nel periodo del lockdown.

Oggi, l’imputata, assistita smascherata da un agente della Squadra Mobile che si era finto fattorino, ha incassato una nuova condanna a un anno, due mesi e 400 euro di multa per altri due episodi: una truffa e un tentata truffa risalenti al 27 novembre e al primo dicembre del 2020 ai danni della titolare della panetteria ‘Sole’ in corso Mazzini e del titolare della gastronomia Buonpalato in via San Tomaso.

Il modus operandi era quello di contattare i commercianti, presentarsi come cliente abituale e ordinare prodotti alimentari con la promessa di passare al più presto a pagare. Una volta ricevuta la merce, invece, nessuno si presentava più a saldare il conto.

Il 27 novembre di cinque anni fa la titolare della panetteria aveva ricevuto una telefonata. Era una voce maschile che si era presentata come il signor Bodini, dicendo di essere un cliente abituale  e che voleva fare un regalo di generi alimentari ad una cugina appena dimessa dall’ospedale, ma era impossibilitato a recapitare personalmente i prodotti, e aveva chiesto alla titolare che fosse la panetteria a recapitare la merce, prodotti del costo di 90 euro, ad un indirizzo di Vescovato. Lui, poi, sarebbe poi passato a saldare il dovuto.

A recarsi a Vescovato per la consegna era stata la stessa titolare, ma una volta arrivata non era riuscita a rintracciare l’indirizzo indicato. Su richiesta del cliente, sentito per telefono, aveva consegnato la merce ad una donna che l’aveva raggiunta in strada. Nessuno, però, si era più presentato a saldare il conto. Vani i vari tentativi di contattare il cliente.

Gli agenti della Squadra Mobile che avevano indagato avevano mostrato alla commerciante la foto della Pizzamiglio, già ripetutamente denunciata nei mesi precedenti dai titolari di vari esercizi commerciali, e la donna l’aveva riconosciuta come la persona che aveva ritirato i prodotti.

Il primo dicembre successivo, grazie all’alert lanciato sul gruppo WhatsApp dei commercianti, la Questura era stata avvertita che un tale signor Guarneri aveva contattato la gastronomia di Cremona, dove, spacciandosi per cliente abituale, aveva effettuato un ordine di prodotti alimentari del costo di 298 euro. Anche in questo caso era una voce maschile.

Ma questa volta a consegnare l’ordine a Vescovato, il titolare della gastronomia c’era andato accompagnato dal sostituto commissario coordinatore Luca Mori. L’inquirente si era finto il fattorino della gastronomia. Dietro al furgone, le auto della polizia. Stesso modus operandi: la merce, come chiesto dal signor Guarneri, avrebbe dovuto essere consegnata per strada ad una donna. Era la Pizzamiglio, riconosciuta dagli agenti della Mobile che già in precedenza, insieme ai carabinieri, l’avevano denunciata. Quando l’imputata si era avvicinata al furgone, Mori le aveva chiesto dove fosse l’abitazione, in quanto i prodotti erano tanti e non si potevano lasciare in mezzo alla strada. Una volta arrivati davanti alla sua abitazione, gli agenti erano usciti allo scoperto.

A processo come imputati, oltre alla Pizzamiglio, c’erano anche la compagna Debora, e Giovanni, ex marito di Debora. Debora era risultata l’intestataria della scheda telefonica utilizzata per effettuare gli ordini, ma dagli accertamenti e dalle testimonianze era emerso che era sempre stata la Pizzamiglio a usare il telefono. L’uomo, invece, avrebbe impersonato il cliente, ma è stato provato che durante le telefonate si trovava al lavoro. Entrambi sono stati assolti.

La Pizzamiglio era difesa dall’avvocato Alessandro Zontini, mentre Debora e Giovanni dagli avvocati Stefania Giribaldi e Chiara Fredi.

Sara Pizzorni

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