Cronaca

Pandorogate, parola alla difesa
Ferragni: "Tranquilla e fiduciosa"

Oggi è stato il giorno della difesa di Chiara Ferragni nel processo abbreviato milanese, a porte chiuse, che la vede imputata, assieme ad altri due, per truffa aggravata sui noti casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Balocco Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.

“Non c’è stato alcun dolo, in questa vicenda non ci sono truffati. La truffa aggravata prevede artifici e raggiri e in questa vicenda non ce ne sono stati”, ha detto  l’avvocato Giuseppe Iannaccone, che insieme a Marcello Bana difende Chiara Ferragni. Lo riporta l’Ansa.

A sostegno della sua tesi, il legale ha citato le mail tra la modella e imprenditrice cremonese e la Balocco. Il difensore ha spiegato che, semmai, c’è stata una pubblicità ingannevole, per cui la sua assistita ha già risarcito nelle sedi competenti. Di conseguenza, sulla base del principio giuridico del ‘ne bis in idem’, non si può pagare due volte per la stessa condotta che l’accusa ritiene illecita. Chiara Ferragni era in aula ad ascoltare l’intervento dei suoi difensori.

Sono tranquilla e fiduciosa”, ha detto in una pausa del processo.

Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato”, ha spiegato l’imprenditrice con dichiarazioni spontanee il 25 novembre. Ferragni ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato risarcimenti e donazioni per 3,4 milioni di euro.

Stando alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della finanza, tra il 2021 e il 2022 avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti – in relazione a quelle vendite dei due prodotti, il cui prezzo non comprendeva la beneficenza pubblicizzata – per circa 2,2 milioni. Oltre alla difesa nel merito dei legali di Ferragni sull’assenza del raggiro, e quindi del reato ai danni dei consumatori, tema importante sarà anche quello dell‘aggravante della “minorata difesa” degli utenti on line, anche perché se cadesse ci sarebbero proscioglimenti per mancanza di querele.

L’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli hanno chiesto per l’influencer, che si è sempre detta innocente, una condanna a un anno e 8 mesi senza attenuanti. La sentenza arriverà il 14 gennaio.

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