Cronaca

Caso Centropadane Engineering,
colpo di scena: quattro licenziati

Colpo di scena nella vicenda di Centropadane Engineering, società a totale partecipazione pubblica delle Province di Cremona e Brescia: con il piano di risanamento non ancora approvato (se ne riparla a settembre) e la trattativa sindacale ancora aperta, sono quattro i dipendenti che già sono stati licenziati dalla società. Si tratta di quattro persone che erano state assunte l’anno scorso. Tre dipendenti, invece, hanno dato le dimissioni. Una “situazione “assurda”, secondo Marco Tencati, responsabile provinciale UILTuCS UIL Cremona (Unione Italiana Lavoratori Turismo Commercio e Servizi). 

Marco Tencati

“Una vergogna, un gesto unilaterale gravissimo da parte del direttore“, ha commentato il sindacalista, che parla di “un piano di tagli e sacrifici che colpisce esclusivamente e duramente il personale dipendente. Si chiedono enormi sacrifici ai lavoratori, ma nessuna misura di contenimento dei costi viene applicata ai vertici aziendali. Il Consiglio di Amministrazione, che ha un costo annuo per l’azienda di circa 100.000 euro, non viene toccato. Allo stesso modo, non è previsto alcun sacrificio per il direttore, titolare della retribuzione più alta in azienda”.

“In questo modo”, ha proseguito Tencati, “si è rotto in maniera inspiegabile il tavolo di confronto sindacale richiesto dallo stesso direttore tramite Pec meno di dieci giorni fa, e concesso dalla UILTuCS UIL Cremona con un primo incontro giovedì 24 luglio. Una decisione improvvisa, comunicata ai lavoratori senza alcun preavviso, né percorso condiviso, azione che rappresenta non solo un’evidente violazione delle procedure sindacali previste in questi casi, ma anche un palese atto di pubblica sfiducia nei confronti dei soci pubblici, che proprio nella giornata di ieri, nel corso dei rispettivi consigli provinciali, avevano formalmente chiesto di rinviare ogni decisione a settembre per valutare con attenzione il piano di riorganizzazione presentato dalla direzione”.

“A rendere la vicenda ancora più grave”, secondo il sindacalista, “è il criterio con cui sarebbero stati scelti i lavoratori da licenziare, ovvero l’anzianità di servizio. Una motivazione pretestuosa e inaccettabile: peraltro l’ultimo assunto in azienda è il direttore stesso, che ancora una volta si autoesclude da ogni valutazione che potrebbe penalizzarlo. Siamo di fronte a un comportamento non solo dubbio da un punto di vista giuridico, ma che segnala un disprezzo assoluto per le norme, per le persone e per i valori che dovrebbero ispirare una società a partecipazione pubblica”.

Dunque, “quattro licenziamenti intimati e tre dipendenti che hanno lasciato l’azienda con dimissioni volontarie spinti dal clima che si è venuto a creare, determinando nei fatti un taglio di 7 unità lavorative“. Per Tencati, “un fatto inaccettabile, scandaloso e vergognoso. E non si tratta solo di numeri, ma di quattro (o meglio sette) famiglie gettate nell’incertezza da una scelta arbitraria e arrogante di un direttore che fa a pezzi la dignità dei lavoratori e l’essenza stessa del confronto sindacale e che si permette persino di ignorare le indicazioni dei soci pubblici dell’azienda stessa arrivate il giorno prima”.

Alla luce di questi fatti “gravissimi”, il sindacato chiede “un intervento immediato e risolutivo da parte dei presidenti delle Province di Cremona e Brescia. I soci pubblici hanno il dovere, morale, politico e istituzionale, riaffermare la loro autorità, pretendere l’immediato ritiro dei licenziamenti e ripristinare un clima di legalità, rispetto e confronto all’interno di Centropadane Engineering e con l’organizzazione sindacale che rappresenta i lavoratori. Se oggi molti cittadini si allontanano dalle istituzioni, è anche a causa di gestioni come questa, che alimentano sfiducia, rassegnazione e rabbia. Il silenzio sarebbe complicità. Ora è il momento di scegliere da che parte stare”.

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