Analisi e controlli: il nuovo laboratorio di Padania Acque Spa

380 mila parametri per un totale di più di 15 mila campioni: a tanto ammonta il totale analizzato ogni anno dal laboratorio di Analisi Chimiche e Microbiologiche di Padania Acque Spa, il gestore unico dell’idrico cremonese.

Il laboratorio è accreditato da Accredia secondo la norma ISO 17.025 e, oltre ad analizzare i campioni di Padania Acque, effettua anche attività conto terzi per privati o per altri gestori che non hanno un proprio laboratorio.

A spiegare nel dettaglio il suo funzionamento è Paolo Vicentini, responsabile della Funzione QSSA (Qualità, Sostenibilità, Sicurezza e Ambiente) di Padania Acque.

“Per quanto riguarda le analisi eseguite sulle acque destinate al consumo umano – spiega Vicentini – il laboratorio di Padania Acque attua il cosiddetto controllo interno: attraverso una pianificazione concordata con ATS Valpadana esegue le analisi in carico al gestore, definite dal decreto legislativo 18/2023. ATS, d’altro canto, esegue invece i controlli cosiddetti esterni, ovvero un controllo indipendente a garanzia ulteriore della qualità delle acque che vengono distribuite nelle nostre case”.

“Sugli impianti di depurazione – prosegue il responsabile – il laboratorio di Padania Acque esegue tutte le attività di pianificazione e controllo, definite dalla normativa nazionale e regionale, e in particolar modo i controlli e gli autocontrolli su delega di ARPA, l’autorità competente. In seguito, immette tutti i risultati ottenuti in una piattaforma regionale denominata ‘SIRe Acque’”.

I monitoraggi eseguiti dal laboratorio di Padania Acque sul ciclo idrico integrato fanno riferimento a normative europee, con particolare attenzione ad un paio di direttive: una sulle acque destinate al consumo umano, emanata alcuni anni fa, e una di recentissima emanazione dedicata alle acque reflue, quindi gli scarichi ed i depuratori.

“A riguardo delle acque destinate al consumo umano – afferma poi Vicentini – la nuova frontiera dei monitoraggi, definita dalla direttiva europea e dal decreto legislativo 18/2023, è il cosiddetto monitoraggio degli inquinanti emergenti: si tratta di sostanze normalmente prodotte dall’uomo per varie attività che purtroppo finiscono nell’ambiente”.

“Queste sostanze sono spesso pericolose per la salute umana – aggiunge – e per questa ragione il normatore ha deciso di implementare, nei piani di monitoraggio, questo tipo di analisi: oltre a ricercare i singoli composti siamo in grado, attraverso strumentazioni all’avanguardia, di fare ‘una fotografia’ a tutte le sostanze presenti nell’acqua; una volta identificata una particolare molecola, siamo quindi anche in grado di quantificarla”.

Il laboratorio di Padania Acque è stato realizzato ed inaugurato meno di un anno fa. Questo è però un punto di inizio: le attività di monitoraggio e la normativa a cui fa riferimento sono in continua evoluzione; il laboratorio verrà quindi ulteriormente implementato con nuove apparecchiature.