Cronaca

Juliette, sciopero degli avvocati. Per le conclusioni delle parti rinvio ad aprile

Il pm Messina

Causa l’astensione degli avvocati dalle udienze per lo sciopero sulla riforma dell’ordinamento penitenziario, l’udienza sul processo ‘Juliette’ è stata aggiornata al prossimo 23 aprile. Per quella data tutte le parti, a cominciare dal pm Francesco Messina, che al termine della sua requisitoria chiederà le pene per gli imputati, dovranno concludere. Il collegio ha poi fissato un’altra data, il 29 maggio, per le eventuali repliche. Ancora da decidere se la sentenza sarà pronunciata lo stesso 29 maggio o se verrà fissata un’ulteriore data.

Per il locale di via Mantova dove, per l’accusa, si organizzavano serate di sesso a pagamento con le escort e dove giravano fiumi di cocaina, a processo ci sono i titolari, i cugini Gianluca e Marco Pizzi, accusati di aver favorito la prostituzione delle ragazze nel locale e di aver ceduto cocaina ai clienti facoltosi; l’ex vice comandante dei carabinieri di Vescovato, Andrea Grammatico, accusato di aver portato all’interno del Juliette la cocaina, dandola ai cugini Pizzi, che a loro volta la regalavano ai clienti. L’ex militare deve anche rispondere dei reati di falso, calunnia, concussione e tentata concussione. Imputati anche David Mazzon, ex titolare del Tabù di Vescovato, accusato di aver ceduto cocaina a diverse persone, tra le quali l’ex maresciallo Grammatico, e Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi, accusata di aver favorito la prostituzione nel locale.

I difensori degli imputati sono Renato Vigna per Grammatico, Giacomo Nodari e Massimo Nicoli per Gianluca Pizzi, Massimo Vappina e Walter Ventura per Marco Pizzi, Massimo Nicoli per l’ex titolare del Tabù di Vescovato David Mazzon e Fabrizio Vappina per Ilham El Khalloufi.

Parte civile attraverso l’avvocato Ugo Carminati è invece Amritpal Singh, 36enne indiano che chiede i danni a Grammatico, accusato anche di aver effettuato arresti illegali. Lo scorso 30 gennaio l’indiano era stato assolto con formula piena dall’accusa di tentata violenza sessuale nei confronti della cognata di 27 anni. L’episodio risale al 18 aprile del 2015 a Robecco d’Oglio, quando il 36enne era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dall’allora vice comandante della compagnia di Vescovato e dal suo collega, l’ex appuntato Massimo Varani, quest’ultimo già processato con il rito abbreviato e condannato a tre anni e otto mesi di reclusione.

Sara Pizzorni

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