Cronaca

Baci e palpeggiamenti alla 23enne, l'indiano nega. Non convalidato il fermo, è libero

Nel pomeriggio è arrivata la decisione del giudice: pur ritenendo credibile la presunta vittima, il gip ha deciso di non convalidare il fermo e di scarcerare l'indagato, che non dovrà avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla ragazza dalla quale dovrà mantenere una distanza di 250 metri.

L’avvocato Stefano Ferrari

AGGIORNAMENTO – ‘Non ho allungato le mani, non c’è stato alcun contatto fisico’. Interrogato questa mattina in carcere dal gip Letizia Platè, l’indiano di 28 anni in stato di fermo da domenica per violenza sessuale ai danni di una cremonese di 23 anni, respinge tutte le accuse. Con l’aiuto di un interprete, l’uomo, difeso dall’avvocato Stefano Ferrari, ha spiegato al giudice che nel palazzo del centro dove si sarebbe consumata la violenza lui abita con la sorella e che la presunta vittima la conosce di vista. Secondo la sua versione dei fatti, quel giorno si erano incontrati all’ingresso dello stabile dove entrambi stavano per parcheggiare le biciclette nell’apposito spazio all’interno del condominio. Nulla di più. L’indiano, che ha un regolare permesso di soggiorno, non sa darsi una spiegazione per le accuse che gli sono state rivolte. Ma il pm, che ha chiesto la custodia in carcere, non gli crede. Per l’accusa, c’è il rischio che il 28enne prenda il largo o che reiteri il reato, mentre per l’avvocato difensore non sussistono gravi indizi di colpevolezza e il reato rientra nell’ipotesi lieve.

Nel pomeriggio è arrivata la decisione del giudice: pur ritenendo credibile la presunta vittima, il gip ha deciso di non convalidare il fermo e di scarcerare l’indagato, che non dovrà avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla ragazza dalla quale dovrà mantenere una distanza di 250 metri. Per il giudice, non c’è pericolo di fuga.

Da quanto raccontato in sede di denuncia, la ragazza sarebbe stata avvicinata dall’aggressore all’ingresso del palazzo dove abita il padre. Dopo averle chiesto se doveva entrare, l’avrebbe baciata su una guancia e avrebbe iniziato a palparle il seno. Quindi l’avrebbe seguita nel vano condominiale dove vengono riposte le biciclette, dicendole di essere il fratello di una cittadina indiana residente nel palazzo. Dopodichè avrebbe ripreso a toccarle il seno, i fianchi e le gambe, tentando di sfilarle la maglietta; a quel punto la ragazza, vistasi in trappola, aveva iniziato a gridare in preda al terrore. Le urla avevano momentaneamente fatto desistere il presunto aggressore, posizionatosi davanti alla porta d’ingresso del locale per impedirle di uscire. Dopo essere riuscita a fuggire, la giovane aveva raccontato l’accaduto al padre, il quale aveva avuto anche un litigio con l’indiano. Subito dopo, quest’ultimo si era allontanato dal condominio, facendo perdere le proprie tracce. A rintracciarlo erano stati gli agenti della polizia nei pressi della stazione ferroviaria.

Sara Pizzorni

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