Rubava nel Comune di Trigolo per giocare. Giudice: 'Bottino esiguo, assolto'
Era vittima del gioco d’azzardo e aveva bisogno di soldi. Così aveva pensato di intrufolarsi nel Comune di Trigolo per rubare. Quattro le intrusioni registrate all’interno degli uffici comunali, fino a che il sindaco, su consiglio dei carabinieri, aveva fatto piazzare telecamere nascoste. Il 30 marzo del 2017, data dell’ultimo furto, il ladro era stato immortalato. Per quest’ultimo episodio, Massimiliano, 51enne del paese, è finito a processo con l’accusa di furto aggravato, ma oggi il giudice Giulia Masci lo ha assolto: “non punibile per la particolare esiguità del fatto”.
Il primo furto risale al 6 gennaio del 2017, mentre gli altri il 16 e il 25 marzo, poi l’ultimo il 30 marzo, quando Massimiliano era stato ripreso dalle telecamere. Gli impiegati del Comune lo avevano riconosciuto: il 51enne, infatti, era assistito dai servizi sociali e quei 10 euro che aveva rubato erano soldi destinati proprio a lui: gli assistenti sociali avrebbero dovuto consegnarglieli a giorni.
Sempre lo stesso il modus operandi, come raccontato oggi in aula dal maresciallo dei carabinieri Giovanni Ventaglio, comandante del Radiomobile di Crema. “Con un cacciavite il ladro aveva scardinato l’ingresso con la porta di legno, quello meno resistente rispetto all’altro che aveva invece la porta blindata. Era quindi entrato nell’ufficio ragioneria e servizi sociali e da un cassetto aveva rubato somme minime, tra i 10 e i 30 euro”. Nell’ultimo furto erano stati sottratti 10 euro, soldi che tra l’altro erano destinati allo stesso Massimiliano.
Era stato proprio il maresciallo Ventaglio, il 25 marzo del 2017, giorno della penultima intrusione, a consigliare al sindaco di posizionare delle telecamere. E così era stato fatto. Il 30 marzo, giorno dell’ultimo furto, il ladro era stato ripreso. “Indossava un cappellino”, ha spiegato il maresciallo, “delle scarpe con alette catarifrangenti e un logo sulla giacca all’altezza del braccio sinistro”. I dipendenti dei servizi sociali lo avevano riconosciuto e alla fine l’imputato aveva ammesso le sue responsabilità anche davanti ai carabinieri. Era stato lui stesso, durante la perquisizione domiciliare, a mostrare ai militari il cacciavite e gli indumenti indossati durante l’ultimo furto. Il 51enne si era poi scusato con il sindaco, promettendo di non rubare più.
Per l’imputato, il pm onorario Paolo Tacchinardi, pur riconoscendo il danno esiguo, aveva chiesto la condanna a 6 mesi e 154 euro di multa, più l’accusa di danneggiamento, mentre l’avvocato Paolo Vezzoni aveva chiesto l’assoluzione, ritenendo non provata l’identificazione del ladro, che era camuffato. “E se anche fosse stato lui, quei 10 euro erano beni di sua proprietà, visto che gli assistenti sociali glieli avrebbero dovuti consegnare”. Prima che fosse pronunciata la sentenza, il legale aveva chiesto che il suo assistito fosse sottoposto a perizia psichiatrica, ma il giudice ha rigettato la richiesta, sostenendo che il 51enne “era pienamente consapevole di quanto stava attuando”.
La motivazione della sentenza sarà depositata entro 60 giorni.
Sara Pizzorni