Scontri al corteo: "Attacco alla
sicurezza della collettività"

Leggi anche:
Lo scorso 19 gennaio i giudici della Corte d’Appello, ribaltando la sentenza di primo grado, avevano riconosciuto il reato di devastazione per gli imputati arrestati nella seconda tranche dell’inchiesta sugli scontri del 24 gennaio del 2015 in occasione della manifestazione dei centri sociali.
Secondo la Corte, è stato posto in essere “un attacco alla tranquillità e sicurezza della collettività” . Così si legge nelle 18 pagine di motivazione: “Il regolare svolgimento della convivenza nella cittadina è stato leso. I manifestanti hanno volutamente, intenzionalmente, premeditatamente tenuto una condotta violenta, nonostante le forze dell’ordine si fossero schierate per mantenere l’ordine. La cittadinanza è rimasta così, per un apprezzabile lasso di tempo e per uno spazio non certo ridotto, in balia dei disordini e dei relativi partecipanti: i danneggiamenti molteplici non sono da intendersi contro attacchi ai singoli proprietari, ma come una offesa voluta ed un attacco alla collettività.
I manifestanti, numerosi, si sono mossi secondo una regia precisa, animati da una precisa matrice ideologica: avevano, dunque, piena consapevolezza di essere partecipi ad un comune programma di attacco ad obiettivi individuati e colpiti”.
I giudici di Brescia avevano quindi condannato a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni il cremonese Filippo Esposti, informatico militante del centro sociale Dordoni, e a 3 anni ciascuno degli altri due imputati: Giovanni Marco Codraro, siciliano attivo nei collettivi universitari e il bresciano Samuele Tonin. Pene inferiori rispetto a quelle chieste dal procuratore generale che invece aveva chiesto 5 anni e 4 mesi per Esposti e 4 anni ciascuno per gli altri due.
Disposti i risarcimenti alle parti civili, Comune di Cremona in primis, rappresentato dall’avvocato Cesare Gualazzini.
Nel 2016, a differenza degli arrestati del primo gruppo, tutti condannati in via definitiva per devastazione, l’ex gup di Cremona Christian Colombo aveva deciso diversamente dal collega Pierpaolo Beluzzi, assolvendo Esposti e condannando gli altri due: Codraro a 9 mesi e 26 giorni e Tonin a 10 mesi e 3 giorni, ma per il reato più lieve di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il solo Tonin, che aveva assaltato la sede della polizia municipale, aveva dovuto risarcire i danni al Comune. Contro la sentenza, la procura di Cremona, che aveva chiesto le condanne per devastazione per tutti gli imputati, aveva fatto ricorso.
Secondo i giudici di secondo grado, Filippo Esposti ha avuto un ruolo “attivo nella fase preparatoria e organizzativa, nonché di direzione della manifestazione”. Pochi giorni prima del corteo, l’imputato aveva comprato caschi integrali, giubbotti e zaini per i black bloc. Il giorno della guerriglia “era in testa al corteo, scandendo slogan e dirigendo la ‘coreografia’, fino a che erano iniziati gli scontri e mai staccandosene successivamente, dando ulteriormente il proprio contributo”.
Il bresciano Tonin, “ripreso tra il gruppo compatto mascherato, munito di bastoni, aveva raccolto e scagliato un un fumogeno contro i reparti di polizia”, oltre a scagliare oggetti contro il comando dei vigili. Anche Codraro, con indosso il casco, aveva lanciato oggetti, pietre e fumogeni contro le forze dell’ordine.
Sara Pizzorni