Cronaca

Sabrina, la perizia non dà
risposte sulle cause della morte

Dalle condizioni dei resti di Sabrina Beccalli non è stato possibile accertare dinamica e cause della morte. Sono le conclusioni della perizia, composta da 120 pagine, relativa al decesso della 39enne cremasca bruciata a Ferragosto nella sua Fiat Panda nelle campagne di Vergonzana dall’amico Alessandro Pasini, da agosto in carcere accusato dell’omicidio della donna e della distruzione del suo cadavere.

Nella perizia del pool di esperti del medico legale Cristina Cattaneo è stato accertato che Sabrina, poche ore di prima di morire, aveva assunto cocaina, ma non è stato possibile stabilire in che quantità. La donna, è stato accertato dai periti, faceva uso abituale di sostanze stupefacenti e di antidepressivi.

Un particolare importante è il fatto che gli esperti hanno accertato la presenza di un trauma meccanico alla mandibola e alla mascella laterale destra di natura contusiva dovuto ad un colpo violento o a una caduta.

Infine sul corpo della donna sono state trovate alcune sostanze, la cui analisi, però, spetterà ai carabinieri del Ris, dai quali è attesa la perizia sui rilievi effettuati nell’abitazione di via Porto Franco, teatro del presunto omicidio.

“E’ morta per un’overdose, ho sentito una caduta, l’ho poi caricata in macchina e l’ho bruciata”, ha sempre sostenuto Alessandro Pasini dal giorno del suo arresto. Per l’avvocato Paolo Sperolini, “la perizia è compatibile con il racconto fatto dal mio assistito che non ha mai cambiato la sua versione. Sabrina era sua amica, non l’avrebbe mai ammazzata”.

Sara Pizzorni

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