Cronaca

Il disastro di Pioltello: "Il guasto
era stato segnalato nel 2017"

La zeppa di legno «era un rimedio tampone per i giunti ammalorati, un intervento di mestiere per dare supporto al giunto, lo si rincalzava, ora non le stiamo più mettendo, dopo quello che è successo nessuno ora si sogna più di metterle». Lo ha spiegato un operaio di una squadra di manutenzione sentito come teste ieri nel processo milanese sul disastro ferroviario di Pioltello, avvenuto il 25 gennaio 2018, quando il treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi uscì dai binari. Nel terribile incidente morirono Ida Milesi, 61enne di Caravaggio, dirigente medico e chirurgo all’Istituto “Carlo Besta” di Milano, Alessandra Giuseppina Pirri, 39 anni, impiegata di Capralba, e Pierangela Tadini, 51 anni, anche lei, come Ida, di Caravaggio. 46 i feriti.

Come riferisce l’Ansa, il teste, così come altri sentiti nel processo, ha spiegato che il problema del giunto nel cosiddetto ‘punto zero’, sopra il quale si ruppe una parte di rotaia causando il deragliamento, era noto ed era stato segnalato già dall’estate 2017. In un’annotazione su un controllo «del 26 settembre 2017» nella “lista dei difetti segnalati c’era anche quel giunto», sotto il quale venne messa la zeppa ‘tamponè. In quel periodo, ha spiegato ancora, «ce ne era un altro ammalorato a Vignate», nel Milanese. Rispetto alle segnalazioni sul giunto sulla tratta di Pioltello il teste ha detto che «noi eravamo tranquilli perché sapevamo, pensavamo che a settembre sarebbero venuti a fare degli interventi, ci limitavamo a controllarlo e ci fidavamo degli altri».

Il 15 dicembre, poco più di un mese prima del disastro, venne effettuato anche «un controllo con locomotore», ma quel giunto non fu sostituito. Il dibattimento, davanti alla quinta penale, è a carico di nove imputati tra cui figurano, oltre a Rete ferroviaria italiana, anche il responsabile civile, l’ex ad Maurizio Gentile e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi. Il deragliamento, stando alle indagini dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, avvenne a causa della rottura dello spezzone di rotaia di 23 centimetri sopra il giunto in pessime condizioni.

Nel processo, oltre a Rete Ferroviaria Italiana, che è anche responsabile civile, sono imputati l’ex ad Maurizio Gentile, ora commissario straordinario per la messa in sicurezza della A24 e A25, e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi. Parti civili sono la Filt-Cgil Lombardia e tutte le persone fisiche, una sessantina, non risarcite, tra passeggeri e familiari delle vittime.

S.P.

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