Chiusura di Zara, Cgil e Uil chiedono
incontro sul futuro delle dipendenti

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Si avvicina il giorno della chiusura del punto vendita cremonese di Zara, in corso Cavour. Il 31 gennaio le serrande si abbassano, ma sul futuro delle dipendenti non ci sono ancora certezze. La scorsa settimana Cgil e Uil hanno inviato una richiesta congiunta di incontro all’azienda, al momento ancora senza risposta. Siamo solo all’inizio della settimana, ma i tempi ormai stringono: alle dipendenti infatti (5 quelle che si sono rivolte ai due sindacati) è stato prospettato il trasferimento in altra sede, ma nulla più.
E quello che preoccupa i sindacati, come ci spiega Marco Tencati, segretario provinciale UilTucs, è che possa accadere qui quello che avviene sempre più spesso con le aziende di grandi dimensioni che proponendo il trasferimento in altra sede e non avviando una procedura di licenziamento collettivo, possono dribblare le norme stringenti previste in quest’ultimo caso ed evitare le consultazioni con i sindacati.
Ben difficilmente il personale accetta trasferimenti spesso gravosi dal punto di vista delle distanze dal luogo di residenza, e quando la proposta riguarda località oltre i 50 km, il dipendente può rifiutarsi e accedere alla disoccupazione.
Oltre agli aspetti occupazionali, si apre in centro storico un altro tema: chi subentrerà in una superficie di vendita tanto ampia, con canoni d’affitto non facilmente abbordabili?