Rinaturazione del Po, il progetto
non si ferma ma Pnrr a rischio
Preoccupazione dei sindaci rivieraschi emerse durante l'incontro organizzato sabato a Gerre de Caprioli: la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza di dicembre mette a rischio i cantieri non ancora avviati.
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Si è parlato del discusso progetto di rinaturazione del Po nell’incontro organizzato sabato scorso a Gerre de’ Caprioli dagli Stati Generali Clima Salute Ambiente coordinati da Marco Pezzoni con la partecipazione di Andrea Agapito Ludovici, responsabile nazionale acque e biodiversità del WWF e di Gianluca Zanichelli, direttore generale dell’Aipo – Agenzia interregionale per il fiume Po.
Presenti i sindaci dei comuni rivieraschi Michel Marchi (Gerre de Caprioli), Davide Persico (San Daniele Po); Silvia Granata (Castelvetro).
L’Aipo è il soggetto attuatore del progetto rientrato nel finanziamento da 357 milioni del Pnrr per il ripristino dei sistemi naturali, ma sulla tempistica della sua realizzazione ha mostrato preoccupazioni il sindaco di Gerre Marchi: “Come Comuni – ha detto- avremmo auspicato un coinvolgimento maggiore, perchè i sindaci possono dare un contributo importante alla conoscenza delle peculiarità del fiume. Questo progetto deve prendere corpo, a dicembre ci sarà la revisione del Pnrr, se i progetti non saranno ancora partiti rischiamo di perdere i finanziamenti. Sono reduce da un incontro organizzato dall’Anci, già ora i Comuni rischiano di rimetterci i 1 miliardo. E’ importante che il progetto venga messo a terra, che parta magari con le fasi più semplici. Il fiume ha i suoi cicli naturali, ci potrebbe essere una piena che blocca i lavori. Il rischio di vedersi tolte le risorse sarebbe un peccato per gli obiettivi del progetto stesso”.
Agapito Ludovici ha rimarcato la natura eccezionale di questo progetto, “con molte amministrazioni integrate. Interventi di questa scala in Italia non se ne sono mai fatti”. In estrema sintesi, gli interventi consisteranno nel “ripristino delle lanche, riduzione artificialità e nel recupero di quegli ambienti che agiscono con un effetto spugna: durante le piene trattengono l’acqua e durante la siccità la possono rilasciare lentamente e ricaricare le falde”.
Il progetto più rilevante che riguarda il comune di Cremona è quello per la lanca Livrini, di fronte alle Colonie Padane, dove non c’è quasi più ricambio d’acqua, in molti periodi dell’anno asciutta e che in questi giorni si presenta così:
Il dg di Aipo Zanichelli ha illustrato lo stato di avanzamento del progetto di rinaturazione, che si muove su due linee di intervento, la prima di tipo morfologico, lavorando sui pennelli e quindi sul regime delle acque nelle lanche, a cui seguirà una linea di rinaturazione con la sostituzione di specie autoctone al posto di quelle alloctone. Al momento siamo nella fase delle procedure autorizzative, si procederà poi con l’acquisizione delle aree: “Contiamo di appaltare separatamente la parte morfologica, che sarà la prima a partire da gennaio”.
Obiettivo sono 13 km di interventi sulla morfologia del fiume con progetti esecutivi pronti entro marzo 2024, per opere che interessano il fiume tra Cremona, Mantova, Parma e Reggio Emilia. Tra i problemi c’è l’aumento dei prezzi dei carburanti successivi alla guerra in Ucraina e questa voce pesa parecchio sulle spese in quanto la prima fase consiste essenzialmente nella movimentazione terra.
Intanto sono già partiti alcuni stralci prioritari con due interventi pilota avviati lo scorso anno a Gussola e Casalmaggiore. Il primo di questi, portato a termine lo scorso aprile, ha visto l’abbassamento del pennello – costruito in anni in cui la portata del Po era molto più alta – in modo da consentire la tracimazione delle acque in caso di piena, alimentando così la lanca. Un’opera da oltre 1 milione di euro, che ha finora dato risultati soddisfacenti. gbiagi