Cronaca

Confesercenti: in 10 anni in provincia
sparito un negozio di moda su 5

Sabato 4 gennaio avranno inizio i saldi invernali, un appuntamento importante per il mondo del commercio, in particolare per quello al dettaglio del settore moda.
Settore, quest’ultimo, che non ha brillato durante il periodo natalizio: a pesare significativamente sono stati la flessione dei consumi e la fiducia in calo dei consumatori.
Inoltre, secondo una elaborazione del centro studi Confesercenti su dati Unioncamere, negli ultimi 10 anni Cremona ha perso quasi 1 impresa di moda su 5 (-71, pari al -18,54%).

«Rispetto al 2023 il meteo è stato sicuramente più in linea con le stagionalità – osserva la Presidente della sede di Cremona di Confesercenti della Lombardia Orientale Gaia Fortunati – se l’anno scorso ci trovavamo a iniziare i saldi senza avere ancora avuto accenno d’inverno,  quest’anno è andata sicuramente meglio da questo punto di vista. Tuttavia la crescente incertezza delle famiglie influirà inevitabilmente sull’andamento dei saldi».

Comprerà quasi un italiano su due (46%), budget medio 218 euro a famiglia. I consumatori possono trovare nelle vendite di fine stagione ottime opportunità, per cui il mondo del commercio e il settore moda guardano al saldo come a un momento significativo e hanno evidenti aspettative. La media dello sconto sarà nella fase iniziale del 25% e pressoché la totalità degli esercizi del Cremonese aderirà.

Grandi protagonisti saranno i negozi fisici, che sicuramente si confermano i preferiti, anche se una fetta rilevante si appoggerà comunque all’online. «A premiare i negozi è il fatto di avere più garanzie, essendo punti di vendita fisici, ma anche l’esperienza di acquisto più accattivante e la qualità del servizio, che danno la possibilità di comprare con maggiore consapevolezza e andare a colpo sicuro, sono fattori rilevanti – afferma Fortunati -. Va inoltre detto che in quest’ultimo periodo il consumatore ha sviluppato una sensibilità notevole al fattore della sostenibilità: l’attenzione al pianeta fa sì che molti abbiano fatto ritorno al negozio fisico per fare i propri acquisti».

Gaia Fortunati

A questo si associa l’aspetto legato all’esperienza di acquisto, che è inevitabilmente più personalizzata quando fatta in un punto vendita.
«Viste le difficoltà che i commercianti stanno incontrando – spiega Fortunati -, c’è un impegno ancora maggiore a fare ricerca, a cercare il meglio per il cliente: cosa che, invece, l’online non ha. Non è da sottovalutare, inoltre, la loro conoscenza dell’intera filiera, che garantisce un’esperienza di acquisto molto più consapevole. Il commerciante ci mette la faccia e ci tiene a rivedere il cliente».

Dal Black Friday in poi si è assistito al proliferare di vendite promozionali, spesso al limite di quanto consentito dalla normativa vigente, anche durante il periodo natalizio: questo, evidentemente, crea un problema per l’intero settore che è sicuramente in affanno.

Uno dei punti fermi di Fismo Confesercenti è quello di ricondurre le date di inizio dei saldi in Italia all’effettiva fine della stagione. Resta il tema delle vendite promozionali, vietate nei 30 giorni prima dell’inizio dei saldi, e dei relativi controlli.
Nel complesso la situazione del commercio Cremonese, così come sta accadendo in generale a
livello nazionale, non è delle più semplici: gli esercizi di moda chiusi in questi 10 anni sono stati
complessivamente 71: erano 383 nel 2014 e sono ora 312 (dato riferito a giugno 2024).

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