Cronaca

Carrera: "Io, affidabile e non
violento. Mai voluto far del male"

Le dichiarazioni spontanee rilasciate dal tassista condannato. La vittima: "Felice, perchè il giudice mi ha creduto"

Giovanni Carrera con l'avvocato Paolo Bregalanti

“Mi chiamo Carrera Giovanni,  e sono praticamente più di trent’anni che faccio questo lavoro. E non ho mai avuto a che dire con nessun cliente, perché ritengo che i clienti siano la cosa più importante e più preziosa che possa avere”. Sono le dichiarazioni spontanee rese oggi in aula dal tassista cremonese condannato a due anni e sei mesi per sequestro di persona e lesioni colpose gravissime nei confronti del 30enne cremonese Luca Lombardo. “Sono felice perché il giudice mi ha creduto”, ha commentato la vittima subito dopo la lettura della sentenza. “Io, come ho sempre detto, non mi sono buttato giù dal taxi in corsa“.

Luca Lombardo

A inizio udienza aveva invece preso la parola l’imputato: “Innanzitutto voglio dire che quella notte che è successo il fatto io non pensavo minimamente, nemmeno lontanamente, a far del male al ragazzo, tantomeno a sequestrarlo. In trent’anni ho collaborato con la questura, i carabinieri, con il pronto soccorso, sono un punto di riferimento anche per tanti genitori che vogliono portare i ragazzi a ballare, al cinema. E’ per quello che io dico che sono una persona non violenta e affidabile.

Ho collaborato anche con il settore Cultura della Provincia. Portavo i direttori dei musei, i critici d’arte, per quello mi chiamavano, perché, come ripeto, sono una persona affidabile. Cosa si può dire di più ancora. E’ una situazione che non mi si è mai presentata. Io ho sbagliato, vi dico la verità, in due momenti. Quando sono saliti, che non ho chiesto subito i soldi, perché se mi avessero detto non abbiamo i soldi ma il bancomat, nel tragitto mi sarei fermato in qualche banca, così non saremmo nemmeno qui a discutere questa situazione. E poi, siccome quando sono saliti ridevano e scherzavano, io di solito cerco di far parlare la gente che è sul mio taxi, perché uso un po’ di psicologia per sapere con chi ho a che fare. Ma in quella situazione non sono riuscito a parlare. Non saprei cosa dire di altro”.

Il pm onorario Silvia Manfredi

Quella notte, dopo la discussione davanti all’hotel B&B di via Mantova tra Carrera, Luca e le sue due amiche  Alessia e Ramona per il mancato pagamento dei 10 euro della corsa, il tassista, dopo che le due ragazze erano scese dal mezzo, per impedire al loro amico di fare altrettanto, era ripartito ad elevata velocità, imboccando alcuni tratti di via Mantova contromano, incurante di viaggiare con il portellone sinistro aperto, mettendo il giovane, seduto dietro senza la cintura allacciata, in una condizione di estremo pericolo e violando numerose norme del codice della strada.

Improvvisamente il ragazzo, che era al telefono con le amiche, preoccupate di quanto stava accadendo, spaventato, era caduto dal taxi, battendo violentemente la testa sull’asfalto. Il tassista non si era fermato subito. Aveva proseguito la marcia e solo cinque minuti dopo era tornato a soccorrere Luca, aiutato da un passante che aveva chiamato i soccorsi.

Il giovane aveva riportato un trauma cranico da cui è derivato un indebolimento permanente del senso dell’udito all’orecchio sinistro e compromissioni da un punto di vista neuropsicologico.

Da sinistra, gli avvocati Sbravati e Gnocchi

“Il tassista è partito sfrecciando in modo brusco, ha fatto un tratto contromano e andava a zig zag”, ha detto nella sua requisitoria il pm onorario Silvia Manfredi, che ha ricordato la frase che Lombardo aveva detto alle sue amiche: “E’ pazzo, non vuole farmi scendere”.  “Non c’era alcun accordo per andare al bancomat”, ha sottolineato il pm. “Luca non si è buttato, ma è caduto“.

Di “condotta scellerata” ha parlato l’avvocato di parte civile Fabio Sbravati, che ha ricordato la telefonata del 7 febbraio del 2022, subito dopo l’interrogatorio in procura, nella quale Carrera “aveva espresso il proprio compiacimento e sollievo perchè Luca era grave e non poteva dire ciò che era successo. Parole che non possono non provocare profonda indignazione“. “Perchè avrebbe avuto questo comportamento”, si è chiesto il legale, “se Luca si fosse buttato giù dal taxi volontariamente?”.

Di un quadro di accuse “solide e univoche” ha parlato il collega Alberto Gnocchi, che, sul sequestro di persona ha sostenuto che “Lombardo è rimasto nel taxi contro la sua volontà. La giurisprudenza dice che il reato deve ritenersi consumato se avvenuto in un un’apprezzabile misura temporale. Ma qui sono fondamentali anche le modalità: Luca è stato esposto ad un grave pericolo”.

Infine la parola è andata al legale della difesa, l’avvocato Paolo Bregalanti. “La versione di Carrera è stata puntuale e regolare“, ha detto nella sua arringa il legale, che ha cercato di minare la credibilità della vittima, sostenendo che non si ricordasse nulla e che solo successivamente aveva parlato dell’andatura zigzagante del taxi. “Ricordi vaghi” anche da parte di Alessia, l’amica di Luca, mentre Ramona avrebbe “enfatizzato la situazione“. Secondo la difesa, in un primo momento quest’ultima “aveva sostenuto che c’era l’accordo di recarsi ad un bancomat, ma poi ha raddrizzato il tiro“. Contro la sentenza di condanna, la difesa ricorrerà in Appello”.

Sara Pizzorni

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