Cronaca

Scuola Cava: quartiere, famiglie
e istituzioni si mobilitano

SERVIZIO DI ANDREA COLLA

Cresce la mobilitazione per salvare la scuola primaria di Cavatigozzi,  all’Abbadia, dove anche quest’anno (contrariamente ai due anni precedenti ma in analogia a quelli passati) si lotta contro il calo demografico ma anche contro i tagli alla scuola pubblica. Questo pomeriggio un gruppo di genitori che hanno iscritto i loro bimbi alla prima del prossimo anno scolastico si sono riuniti per chiedere attenzione alle istituzioni, sostenuti dalla presidente del COmitato di Quarrtuere Giovanna Bonetti (vedi in alto il servizio di Andrea Colla per CR1).

Sulla situazione interviene anche la rappresentante dei genitori in Consiglio di Istituto, il CR2 che fa capo alla media Virgilio, Alessandra Cipelletti, in rappresentanza anche dei rappresentanti delle classi del plesso.
“La scuola primaria di Cavatigozzi – spiega – è diventata nell’ultimo decennio una realtà piccola, che ha subìto i cambiamenti del tempo storico, sociale, culturale e anche politico vissuti. Negli ultimi anni, nonostante la pandemia e l’evidente calo di natalità  (fattori che hanno coinvolto e colpito tutte le realtà scolastiche), la scuola di Cavatigozzi è riuscita a portare avanti il proprio percorso educativo, facendo da supporto e guida alle famiglie del territorio.

“È di pochi giorni fa  l’inaspettata comunicazione dell’ufficio scolastico territoriale della categorica non concessione di deroghe per l’attivazione della classe prima a fronte di un numero inferiore ai 15 alunni (numero minimo per la formazione di una classe). La scuola di Cavatigozzi per il prossimo anno scolastico conta 13 iscritti: questa direttiva penalizza pesantemente la scuola primaria di Cavatigozzi così come tutte quelle realtà scolastiche di periferia”.

IL FATTORE TEMPO.  “La scuola di Cavatigozzi negli ultimi due anni scolastici ha formato classi rispettivamente di 22 alunni (attuale classe seconda) e 17 alunni (attuale classe prima) dimostrando, nonostante le vicissitudini post pandemia e calo demografico nazionale, di avere numeri di tutto rispetto.

Il problema concerne anche le  tempistiche della comunicazione avvenuta in seguito alla chiusura delle iscrizioni nazionali, concedendo una finestra temporale molto ristretta (una settimana) per consentire alla Dirigenza di riorganizzare l’organico del prossimo anno scolastico e alle famiglie di valutare le possibili soluzioni attuabili.  La comunicazione tardiva dello blocco alle deroghe per le realtà di periferia con numeri inferiori ai 15 iscritti crea diversi disagi e poteva essere comunicata a inizio anno scolastico.
La situazione è precaria, ma molto sentita dalle famiglie che vivono la scuola di Cavatigozzi come “casa”, soprattutto considerando gli anni futuri: una non attivazione della classe prima per il prossimo anno scolastico metterebbe seriamente a rischio la continuità della scuola (resterebbero soltanto le classi seconda, terza e quinta) e il suo ruolo di presidio per le famiglie di Cavatigozzi e territori limitrofi (Casanova, Picenengo e Costa Sant’Abramo). Queste scelte  sono il frutto dei tagli all’istruzione e penalizzano i pochi bambini che ancora nascono in Italia”.

C’è poi l’appello a vari livelli istituzionali: “Chiediamo pertanto un intervento da parte delle istituzioni e del Comune di Cremona per aprire una finestra di dialogo con l’Ufficio Scolastico Territoriale e/o Regionale per sensibilizzare l’importanza della nostra scuola, come presidio di crescita umana e culturale del territori”.

Proprio oggi è giunta la notizia che l’assessore Roberta Mozzi avrà  un incontro urgente con il direttore dell’ufficio scolastico provinciale.

“Le famiglie che hanno scelto Cavatigozzi hanno il diritto di poter istruire i propri figli ‘in casa’ riaffermando il diritto di una scuola all’interno della frazione”, aggiunge Cipelletti. “Le famiglie che hanno scelto Cavatigozzi hanno il diritto di restare in una scuola a misura di bambino; molti hanno già altri fratelli o sorelle che la frequentano, hanno il supporto dei nonni, o semplicemente hanno respirato il clima di accoglienza e competenza.

“Un supporto efficace e convinto da parte del Comune di Cremona, unito a quello dei rappresentanti dei genitori, delle famiglie e del comitato di quartiere coinvolti in questa delicata e incerta situazione sarebbe auspicabile. In un’ottica di rete dove ognuno si interessa e si propone nel fare la propria parte, ci sono tutte le premesse perché questa scuola possa essere valorizzata con nuovi servizi e attenzioni alle esigenze delle famiglie che già dallo scorso anno si sono attivate con proposte e idee concrete volte proprio a costruire e a consolidare, insieme, una realtà preziosa”.
Giuliana Biagi

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