Violenza Kebab: "Quadro indiziario
grave". Gemelli restano in carcere

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Restano in carcere, i due gemelli albanesi arrestati mercoledì sera dalla polizia per la tentata rapina al kebab di via Guarneri del Gesù e per lesioni nei confronti del titolare. Lo ha deciso il giudice che ha sciolto la riserva dopo l’udienza di convalida dell’arresto in carcere di sabato mattina. Il loro difensore, l’avvocato Guido Priori, aveva chiesto i domiciliari.
Per il giudice, “il quadro indiziario è grave” e l’indagine è ancora in corso. “Al fascicolo”, ha spiegato l’avvocato Priori, “non era legato alcun video interno del kebab, ma solo qualche fermo immagine. Deve essere ancora stabilita con esattezza la dinamica di quanto accaduto“. Sulla presunta responsabilità dei due ragazzi nell’aggressione di via dei Mille, il legale ha sostenuto l’estraneità dei suoi assistiti.

Davanti al gip e al loro difensore, i due 18enni si sono detti dispiaciuti, sostenendo di non aver fatto nulla di male e scaricando le responsabilità sul terzo arrestato, il 17enne italiano che quella sera ha trascorso la serata con loro ad una festa di compleanno.
Poi i tre, insieme a degli altri ragazzi, un gruppo di quattro o cinque giovani, tra cui anche una ragazza, tutti ubriachi, si sono diretti al kebab. Ad entrare, secondo il racconto dei due albanesi, sarebbe stato per primo il 17enne che avrebbe cominciato a discutere con il titolare che non lo voleva fare andare in bagno. I toni si sono alzati, con il titolare del kebab che avrebbe preso il minorenne per un braccio, scatenando la reazione del giovanissimo, che gli ha sferrato un pugno al volto. “L’ha ferito con gli anelli“, è la versione dei due albanesi. “Nessuno di noi aveva un coltello“.
Dopo la violenza, il gruppo è fuggito verso i giardini pubblici, dove la polizia ha fermato l’italiano e i due albanesi. I due gemelli non si aspettavano l’arresto. Giurano di non essere stati loro ad aver alzato le mani sul commerciante.
Sara Pizzorni