Cronaca

A Cristo Re l’ultimo abbraccio
a don Mario Aldighieri

Sulla bara una sua foto, il Vangelo e una rosa rossa, “segno dell’amore e del sangue versato in comunione con i tanti fratelli martiri nel mondo”, così come don Mario Aldighieri aveva chiesto nel suo testamento spirituale. E come il vescovo Antonio Napolioni ha voluto ricordare all’inizio dei funerali, celebrati nella mattinata di martedì 4 marzo a Cremona, nella chiesa di Cristo Re. Accanto al feretro il cero pasquale, “segno della luce e della vita nella Risurrezione”, aveva scritto don Aldighieri, insieme anche alla richiesta di “un canto che dica che l’amicizia e l’amore tra i fratelli nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo non moriranno mai. Anzi, cresceranno sempre più, fino a spezzare le barriere che le hanno ferite o soffocate in questo breve cammino sulla terra”.

Un testamento concluso con le parole “un grande abbraccio a tutti”. E il grande abbraccio al sacerdote (nativo di Soresina ma fin da fanciullo cresciuto a Cremona), morto all’età di 88 anni lo scorso 27 febbraio per alcune complicazioni dopo il ricovero in seguito a una caduta, è stato quello dei suoi famigliari, della sua parrocchia e del clero cremonese (con la vicinanza espressa anche dal vescovo Enrico Trevisi, già parroco di Cristo Re), insieme anche a diversi altri preti “fidei donum”.

Accanto al vescovo Antonio Napolioni c’erano il vescovo emerito Dante Lafranconi e il cremonese mons. Carmelo Scampa, vescovo emerito di Saõ Luis de Montes Belos, in Brasile. Proprio monsignor Scampa, al termine della celebrazione, ha espresso il grazie all’amico don Mario anche a nome di quella terra lontana servita da don Aldighieri per circa vent’anni.

Tre grazie. Anzitutto per la «chiarezza profetica». «Sei stato un uomo tutto d’un pezzo», ha detto il Scampa ricordando la dittatura militare che don Mario incontrò al suo arrivo in Brasile e le difficoltà vissute anche nella prima diocesi di servizio, nel Maranhão: «Tu sei stato profeta chiaro, coraggioso, fedele e sei stato per noi un punto di riferimento».

Poi il grazie per non aver avuto mai paura di stare sempre dalla parte degli ultimi, in particolare negli anni da segretario nazionale della Comissão pastoral da terra, la commissione pastorale dei vescovi del Brasile per la promozione della conquista dei diritti e della terra e della produzione sostenibile: «Hai dimostrato da dove bisogna partire e chi privilegiare nella vita».

Infine, con un ultimo grazie, il vescovo Scampa ha voluto sottolineare che unico «punto di riferimento costante nella vita è stato il Vangelo: non ti sei lasciato prendere da ideologie e da gusti, ma solo dalla Parola del Signore e hai avuto uno spirito di discernimento profondo, hai avuto una linearità di vita, e una coerenza, soprattutto nel campo della povertà, fino alla fine».

«Una vita – quella di don Aldighieri, ha detto il vescovo Napolioni nell’omelia – in cui l’intelligenza e la spiritualità si sono unite in una creatività infinita alla ricerca dell’uomo e trovando in Cristo Gesù l’uomo vero». Da qui il tema della giustizia, soprattutto in rapporto ai vari contesti incontrati in Brasile, «fino a soffrire, per opera degli uomini e talvolta degli uomini di Chiesa», ha detto monsignor Napolioni pensando anche alla Chiesa di Cremona «che a intermittenza ha saputo seguire e stimare il cammino suo e di altri missionari in quella terra».

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