Tamoil: inquinanti in calo, via
i punti di monitoraggio inutili
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Si è riunito nel pomeriggio in Comune l’Osservatorio Tamoil, per fare il punto sul monitoraggio dell’inquinamento dovuto all’attività dalla ex raffineria nelle aree esterne e interne. Introdotti dall’assessore all’Ambiente Simona Pasquali, sono intervenuti i responsabili locali di Tamoil, Paolo Alquati ed Enrico Garavaglia; i tecnici di Aecom a cui l’azienda ha affidato l’analisi dei campioni e di WSP che si occupa dell’analisi e degli interventi delle aree esterne; i tecnici dell’Arpa, agenzia regionale protezione ambiente, che oltre ai risultati delle campagne di monitoraggio condotte nel 2024, hanno presentato anche una relazione idrogeologica e un report basato sui risultati dei piezometri.
Il trend degli inquinanti è analogo sia nelle aree esterne che interne, ha spiegato Garavaglia nella prima parte dell’Osservatorio, dando un quadro generale della situazione attuale: “Oggi illustriamo le attività ambientali, parliamo della barriera idraulica, che serve a trattenere qualsiasi traccia di fuoriuscita di contaminazione storica, ma anche di tutta una rete di monitoraggio, sia all’interno che all’esterno dell’area del nostro polo logistico. I dati confermano una diminuzione della presenza di prodotto e un miglioramento della qualità”, tanto che veranno interrotti i monitoraggi e spostati gli impianti “laddove siano ormai diventati inutili. La nostra linea d’azione è di spostarli nelle aree dove è stato verificato che esistono zone residuali più importanti”.
“Il trend – ha continuato Garavaglia – è generalmente positivo su tutti i dati analizzati, peraltro sempre in collaborazione e in confronto con le reti di controllo. Tamoil ovviamente non se ne va, ma quando possibile continua la sua azione, con maggiore efficacia concentrandola dove è più necessario”.
Questa rimozione di alcuni impianti non più necessari riguarderà soprattutto le aree esterne, mentre la barriera idraulica rimarrà. “Quella – ha spiegato il rappresentante della società petrolifera – è un presidio che noi curiamo tantissimo, aggiornando tutti i sistemi di controllo che sono molto avanzati”.
Per quanto riguarda il progetto del parco fotovoltaico, che interessa le aree interne dove c’è molto spazio, non ci sono aggiornamenti di rilievo: è ancora in fase di valutazione, siamo nel cosiddetto “permitting”, cioè la fase in cui vengono raccolti i pareri tecnici propedeutici all’autorizzazione finale”.
Per quanto riguarda le aree esterne e in particolare la canottieri Bissolati, l’azienda ha ribadito che “è stata più volte confermata la completa agibilità delle stesse”. Da quando è in funzione la campagna, sono stati trattati 3 milioni di metri cubi d’acqua, attivati 63 punti di monitoraggio nelle aree interne e 27 in quelle esterne ed impiegati 30 operatori. La spesa annua a carico dell’azienda è stata quantificata in 2 milioni di euro all’anno.
Presenti in sala Consiglio diversi consiglieri comunali, gli avvocati Gennari e Tampelli in difesa degli interessi della canottieri Bissolati; gli ambientalisti Ezio Corradi e Pierluigi Rizzi (Legambiente); gli esponenti Radicali Sergio Ravelli e Gino Ruggeri, a cui si deve l’azione civile che ha consentito al Comune di Cremona di incamerare i 2.4 milioni di euro di cui si sta discutendo l’utilizzo. A questo proposito, Ravelli ha ricordato come il Comune sia stato inzialmente latitante sul fronte giudiziario. “In merito alla destinazione delle risorse – ha poi aggiunto – tenendo conto dell’alto valore simbolico ma anche civico e politico del risarcimento Tamoil, siamo contrari ad un utilizzo a pioggia di tali risorse, attraverso mini progetti … L’idea originaria era quella di affidare a una commissione tecnico – politica la raccolta e valutazione di progetti ambiziosi ed innvativi in ambito ambientale (…) La scelta di individuare nella Presidenza del Consiglio la sede idonea per definire una proposta di utilizzo delle risorse, ci appare la meno opportuna oltre che paradossale. L’attuale presidente del Consiglio comunale è la persona che in merito al procedimento giudiziario ha sempre espresso forte contrarietà non solo nei confronti dell’azione popolare di Gino Ruggeri ma anche nei confronti della costituzione di parte civile del Cimune di Cremona. Trattasi di una questione di credibilità e di moralità politica”. gb