Nessuna truffa all'Inps: assolti
Melega e il socio Visigalli

Leggi anche:
Non c’è il reato di truffa. Entrambi assolti l’imprenditore cremonese Marco Melega, 53 anni, e il suo “braccio destro” Cristiano Visigalli, assistiti dagli avvocati Luca Angeleri (per Melega) e Massimo Nicoli (per Visigalli).
Per l’accusa, Melega avrebbe licenziato Visigalli dalla “Consulting srl”, società che offriva a clienti importanti servizi pubblicitari in cambio di merce, società che era in via di fallimento, per riassumerlo dopo tre mesi nella società “Mito” per la durata di 20 giorni, continuando a percepire lo stipendio di “Consulting”.

Secondo la guardia di finanza, il contratto e l’assunzione alla “Mito” sarebbero stati fittizi. Tutto, secondo quanto testimoniato in aula dal luogotenente che aveva partecipato alle indagini, per fargli ottenere la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione come sostegno al reddito per i lavoratori che avevano un rapporto di lavoro subordinato e hanno perso involontariamente la propria occupazione. Dall’aprile del 2019 al giugno del 2020 Visigalli avrebbe quindi ottenuto, compresi alcuni benefit, la cifra di 14.691 euro.
“Congetture non supportate da prove”, hanno sostenuto i due difensori. “Siccome i nostri clienti sono ritenuti dei cattivi per via della condanna principale“, hanno detto, “si sono fatte supposizioni senza riscontri”. “Dove sono”, si sono chiesti i legali della difesa, “gli artifizi e i raggiri?. Come fate a dire che il contratto di lavoro alla Mito è fittizio? E’ stato verificato che Visigalli lavorasse effettivamente per quella società?. Chi aveva aperto il conto in banca?, chi aveva rapporti con la Camera di Commercio?. A Melega è contestato il fatto di essere stato il rappresentante della Consulting e della Mito, ma dove sono le prove?”.
“Siamo arrivati all’assoluzione con formula piena”, hanno detto i legali dopo la sentenza, “quando in realtà, alla prima udienza, dopo aver sentito la testimonianza del finanziere e degli operanti, le difese avevano chiesto il proscioglimento perchè in questo fascicolo non c’era nulla. Si è voluti andare avanti dopo tante udienze e alla fine assoluzione piena, ma gli imputati hanno dovuto difendersi con i relativi costi per arrivare ad un nulla di fatto. E questo si sarebbe potuto fare tranquillamente prima, archiviando un procedimento di questo tipo, dove non c’era niente, o prosciogliendo gli imputati alla prima udienza dopo aver sentito il finanziere che ha detto che le indagini non erano state fatte“.

Il 23 novembre del 2023, dopo un processo di 27 udienze, Melega era stato condannato a 10 anni, 5 mesi e 15 giorni di reclusione per frode fiscale, riciclaggio e due episodi di bancarotta, e per decine di episodi di truffe online: storia di merce pubblicizzata su sottocosto-online e marashopping attraverso campagne su tv e radio nazionali. Merce a prezzi vantaggiosi, pagata, ma mai arrivata né rimborsata.
Per l’inchiesta principale, invece, Cristiano Visigalli, nel luglio del 2021 aveva patteggiato in udienza preliminare 4 anni e sei mesi. Sentenza diventata definitiva nel settembre di quello stesso anno.
Sara Pizzorni