Stalking: ex cameraman assolto
"Macchè 007, solo normali dissidi"

E’ caduta l’accusa di stalking nei confronti di un 62enne, ex cameraman residente in provincia di Milano, finito davanti al giudice per aver molestato, con chiamate, messaggi, offese e insulti, la sua convivente con cui aveva avuto una relazione dal 2000. In udienza preliminare, l’uomo è stato assolto. L’imputato era assistito dall’avvocato Simona Bracchi, mentre la ex convivente, 62 anni, ex insegnante cremonese, era parte civile attraverso l’avvocato Marilena Gigliotti.

I due, diventati poi genitori di un figlio, si erano conosciuti e innamorati quando lui era venuto a Cremona per un servizio sulla scuola dove lei insegnava. L’uomo era spesso via per lavoro, ma con la sua partner aveva trascorso 23 anni in serenità, fino al novembre del 2023, quando erano iniziati i problemi. Per la procura, che aveva chiesto la condanna a 10 mesi, il 62enne, geloso, si era appostato sotto l’abitazione della donna, coprendola di offese e insulti, mentre alle 2 di notte del 31 ottobre del 2023, dopo aver forzato la serratura dell’ingresso dell’abitazione, si era introdotto all’interno della casa. Durante una lite, l’aveva offesa, accusata di essere una “infame” e di avere altre relazioni sentimentali. L’aveva poi raggiunta nella sua camera e aveva afferrato un quadro che li ritraeva insieme, scagliandolo contro la testata del letto.
Il 23 dicembre dell’anno scorso l’imputato aveva inviato alla sua ex alcuni messaggi WhatsApp, informandola che all’interno del quadro aveva installato una microcamera per riprendere eventuali incontri con altri uomini. “Vivevo nell’ansia, avevo il terrore di incontrarlo”, aveva detto la prof, che contro il suo ex aveva sporto denuncia in Questura. Al giudice, aveva chiesto un risarcimento di 30.000 euro, di cui 5.000 di provvisionale.

Di “fisiologica conflittualità che avviene quando cessa una relazione sentimentale” ha parlato l’avvocato Bracchi, che ha spiegato: “Lo stato d’ansia c’è fisiologicamente proprio perchè ci sono dei dissidi, mentre la parte offesa ha parlato di timori generici”. Il legale della difesa ha negato gli appostamenti, ma ha ammesso l’invio dei messaggi. “Il mio cliente non ha avuto un eloquio elegante, ma con sincerità ha sostenuto di aver avuto qualche sfogo di rabbia. Quando sarebbe arrivata la pensione, l’intenzione di entrambi era quella di comprare la casa e di sposarsi, e lui, invece, si è visto crollare tutto“. “Tra l’altro”, ha specificato Bracchi, “è da due anni che l’imputato non vede suo figlio“.
“Ma non è uno 007“, ha chiarito il difensore. “Non ha fatto pedinamenti, non ha messo la telecamera. Gliel’ha detto di un momento di rabbia, tanto è vero che non è stata trovata. Ha solo ammesso di aver spaccato a metà la gigantografia che lo ritraeva con l’ex compagna. Un conto è compiere consapevolmente atti vessatori, un altro sono invece normali dissidi e arrabbiature nell’ambito della definizione dei rapporti patrimoniali e del loro figlio, come è successo in questo caso”. “Se andiamo avanti di questo passo”, ha concluso l’avvocato Bracchi, “l’uomo deve solo subire, non può permettersi di arrabbiarsi, altrimenti arriva la denuncia”.
Sara Pizzorni