Alzava le mani sulla mamma malata
Condannato a tre anni e due mesi

Leggi anche:
E’ stato ritenuto colpevole di maltrattamenti ai danni della madre anziana, e condannato ad una pena di tre anni e due mesi di reclusione, due mesi in più di quanto chiesto dal pm onorario. Come risarcimento, nei confronti dell’imputato, un 48enne, il giudice ha disposto una provvisionale di 3000 euro alla vittima, parte civile attraverso l’avvocato Cristina Pugnoli. La motivazione sarà depositata entro 90 giorni e il legale della difesa, l’avvocato Gianluca Pasquali, valuterà se ricorrere in Appello.
“Era piena di ematomi“: così i testimoni avevano raccontato nel corso delle udienze. “Mio figlio prima o poi mi ammazza. Ho paura, è pazzo”. Così aveva scritto l’anziana, 77 anni con problemi fisici, tanto che deambulava con l’aiuto di un bastone, e affetta da decadimento cognitivo. Quel bigliettino lo aveva infilato sotto la porta di una vicina. Nel caseggiato si sentivano le urla dell’uomo e le ingiurie verso la madre: “Sei una bastarda”, le diceva, “Non ti sopporto più”, “Devi morire”.

Per l’accusa, l’imputato aveva percosso la madre in più occasioni, con pugni in testa e strattonamenti, provocandole occhi neri e lividi dappertutto. L’anziana aveva anche due dita fratturate. Gli episodi di maltrattamento sono stati commessi dal giugno al settembre del 2022.
“La zia cercava di minimizzare“, aveva riferito la nipote. “Sosteneva di essere caduta e di aver sbattuto. Anche davanti al medico di base non diceva nulla, non aveva il coraggio. Solo una volta mi ha detto che lui le aveva dato un pugno in testa”.
“Spesso aveva lividi sulle braccia e sulle mani”, aveva raccontato l’operatrice assistenziale che accompagnava la donna al pulmino per recarsi al centro diurno. “Una volta è successo che mentre suonavo il campanello ho sentito il figlio che urlava con la madre: quando sono entrata lui mi ha accolto con un gran sorriso, era carino e gentile, ma la signora era spaventata. Lei poi mi ha confidato che quando il figlio si arrabbiava diventava un orco“.

“Certo che era piena di lividi ed ematomi. Cadeva e sbatteva dappertutto, era normale“, si era difeso l’imputato. “Mia mamma è malata. Appena la tocchi le restano i segni. Ma io non c’entro. A mia mamma ho sempre voluto bene, l’ho sempre trattata come una regina“.
“A causa del suo decadimento cognitivo”, aveva spiegato riferito il 48enne, “mia mamma diventava cattiva e si arrabbiava. Una volta ha preso il coltello e voleva uccidersi. Gliel’ho tolto io dalle mani. Certo che urlavo, qualche insulto è scappato. Ho anche la voce alta di mio. E’ chiaro che qualcuno dei vicini ha pensato che le mettessi le mani addosso. Nessuno, comunque, mi ha mai chiesto niente”.
“Io ho sbagliato“, aveva ammesso l’imputato. “Non dovevo gestire la situazione di mia mamma da solo“. Sul biglietto di richiesta di aiuto che la donna aveva infilato sotto la porta della vicina, l’uomo non aveva saputo rispondere. “Non sapevo nulla di quel biglietto. Posso solo dire che non ho mai minacciato mia mamma di ucciderla o di picchiarla. Io le voglio bene.
Attualmente la donna vive in una Rsa. Il figlio la va a trovare regolarmente.
Sara Pizzorni