Cronaca

Pestaggio alla Pedavena:
aggressori condannati

Nella foto, Stefano Zucchi (al centro) con i legali Luca Curatti e Annalisa Sinelli

Per la brutale aggressione ai danni di Stefano Zucchi, 35 anni, cremonese, ex dipendente della birreria Pedavena di Cremona, massacrato di botte nel locale la sera del 16 novembre del 2021, gli autori del pestaggio sono stati condannati: due anni e tre mesi ciascuno ai campani Vittorio e Fabio De Iulio, nipote e zio, atleti di Reining, disciplina di equitazione americana. Erano accusati di lesioni personali aggravate. Vittima, insieme a Zucchi, una collega di 38 anni che era intervenuta in suo aiuto. Entrambi erano parti civili attraverso gli avvocati Luca Curatti e Annalisa Sinelli.

Sia al 35enne che alla collega, i due imputati, bypassando i legali, avevano già fatto avere, a titolo di risarcimento, 15.000 euro a lui, e 1.200 a lei. “Ma non è sufficiente versare denaro quando si vuole, come si vuole, e senza neanche avvisarci”, hanno commentato Curatti e Sinelli. “Nessuno si è mai presentato in aula e nessuno ha mai formulato delle scuse o si è mai interessato delle condizioni dei due feriti“.

Oltre alla condanna di zio e nipote, come risarcimento, il giudice ha disposto in favore di Zucchi una provvisionale di 3000 euro, confermando la quantificazione del danno chiesta dalla parte civile, che era di 27.275,50 euro, dei quali 15.000 euro già versati, mentre il residuo dovrà essere liquidato in sede civile, oltre alle spese legali. Per la collega di Stefano, invece, sulla richiesta della parte civile di 3.000 euro, di cui 1.200 già versati, il giudice ha disposto la liquidazione del residuo di 1.800 euro.

Era già da alcuni giorni che gli imputati andavano a cenare in quel locale, e quella sera si erano presentati in una decina. Il periodo è quello post Covid, quando ancora si chiedeva ai clienti il green pass. “Il locale era pieno e noi dipendenti eravamo in pochi”, aveva spiegato in aula il 35enne. “Per questo motivo il servizio era un po’ rallentato. Loro avevano chiesto da bere, ma poi si erano lamentati perchè era da qualche minuto che aspettavano“. Dopo un’ora il gruppo era tornato a lamentarsi col dipendente, sostenendo che il tiramisù non era stato portato.

“Ad un certo punto”, aveva spiegato il 35enne, “in cinque o sei si sono alzati e sono venuti verso di me, accerchiandomi. Con uno di loro ero faccia a faccia, e pensavo che mi avrebbe dato una testata. Per cui ho istintivamente alzato la mano per proteggermi il volto, e poi mi sono arrivati pugni in faccia e calci da tutte le parti. Non ho reagito, ma loro non si fermavano, fino a che non mi sono trovato a terra‘Ti ammazzo, te la faccio pagare’, mi dicevano, mentre io cercavo di rannicchiarmi e di coprirmi la testa il più possibile. Quando ero a terra e mi sferravano i calci ho visto che indossavano degli scarponi”.

“Non è la priva volta che quelle persone venivano nel locale”, aveva ricordato la vittima, che aveva confermato che gli imputati facevano parte del gruppo che lo aveva aggredito.

Zucchi era stato in ospedale per cinque giorni e a casa in malattia complessivamente 174 giorni. Anche la collega era rimasta ferita. “Sebbene il locale fosse pieno”, aveva raccontato la 38enne, “nessuno dei clienti si era mosso. Facevano i video“.

I due legali di parte civile hanno evidenziato “l’assurdità di quanto accaduto. Zucchi stava semplicemente facendo il suo lavoro, ed è stato trattato in maniera umiliante. E’ stato insultato, deriso, ha cercato di mantenere la calma, spiegando che in cucina c’erano difficoltà. Tutto questo, per motivi davvero surreali, è sfociato in un’aggressione violenta. Zucchi è caduto a terra e nel ripararsi la testa e il corpo con le braccia ha avuto la frattura scomposta dell’ulna sinistra.

L’osso si è spezzato a metà, ciò vuol dire che ha preso tante  botte”. “Mi chiedo”, ha commentato l’avvocato Curatti, “cosa sarebbe potuto capitare se non si fosse difeso così”. “Violenza inaudita e futili motivi“, ha aggiunto l’avvocato Sinelli, legale della cameriera che con estremo coraggio si era buttata nella mischia per difendere Stefano”.

Sara Pizzorni

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