Botte al barman, in 5 a processo
Filippo: "Fiducia nella giustizia"
L'aggressione al locale "La Ciocco" di piazza Roma: sotto accusa quattro minori e un maggiorenne
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Vanno a processo i cinque ragazzi, quattro minorenni e un maggiorenne, accusati del pestaggio, avvenuto lo scorso 23 febbraio, nei confronti di Filippo, 36 anni, barman al locale di piazza Roma “La Ciocco”, preso a calci e pugni e ferito al volto con un bicchiere di vetro.
Sia la procura di Cremona che quella dei minori di Brescia hanno chiesto e ottenuto dal gip il giudizio immediato. I legali di tutti i ragazzi, due gemelli di 17 anni residenti nel cremonese, due minori residenti in città, e il maggiorenne, un giovane di 19 anni, hanno fatto richiesta di rito abbreviato. Tutti, tranne uno dei minori che era stato indagato a piede libero, erano finiti in carcere. I minori erano poi entrati in comunità, mentre il 19enne è attualmente agli arresti domiciliari.

I due gemelli sono assistiti dall’avvocato Luigi Lupinacci, mentre uno dei minori è difeso dagli avvocati Consuelo Beber e Paolo Brambilla. L’unico maggiorenne è rappresentato dall’avvocato Simona Pellegrini.
Filippo si è affidato all’avvocato Alessio Romanelli, che nell’udienza del prossimo 15 dicembre davanti al gup del tribunale di Cremona si costituirà parte civile contro il 19enne. Il barman parteciperà come persona offesa anche nel processo nei confronti dei minori fissato a Brescia il prossimo 21 gennaio.

“Filippo”, ha intanto fatto sapere l’avvocato Romanelli, “ribadisce la propria profonda fiducia nella giustizia, attende l’inizio del processo e ringrazia la procura della Repubblica e le forze dell’ordine per la professionalità e la cura con cui sono state condotte le indagini“.
Secondo l’accusa, il gruppo, in concorso, aveva provocato a Filippo “lesioni personali gravi: un trauma oculare con perforazione del bulbo sinistro e plurime ferite da taglio e lacero contuse al volto, con prognosi superiore ai quaranta giorni con malattia ancora in corso di svolgimento, e comunque l’indebolimento permanente del senso della vista dall’occhio sinistro“.

Verso le tre di quella notte, quando il locale stava per chiudere, i cinque, da piazza della Pace si erano diretti verso piazza Stradivari. L’occhio della telecamera aveva inquadrato uno dei 17enni con una bottiglia in mano e il maggiorenne con un bicchiere da cocktail. I giovani avevano forzato la porta automatica dell’Unicredit ed erano entrati nello sportello bancomat. Poi l’arrivo a La Ciocco.
Uno di loro aveva infastidito un avventore. Gli aveva chiesto una sigaretta, lo aveva insultato e poi gli aveva lanciato addosso la birra. A quel punto il barman era uscito e aveva chiesto ai ragazzi di andarsene. Filippo era stato colpito prima al viso, agli occhi e al capo con un bicchiere e una bottiglia di vetro, e poi, una volta caduto a terra era stato picchiato con violenti calci e pugni su tutto il corpo, compreso il viso.

Con le aggravanti dei “futili motivi, di aver commesso il fatto in cinque persone, di aver provocato una malattia, e comunque un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni, di aver prodotto l’indebolimento permanente di un senso e di aver commesso il fatto con l’uso di armi”.
Sara Pizzorni