La mezza di Cremona corre
il traguardo è la solidarietà
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La 24ª Mezza Maratona di Cremona ha già archiviato tempi, classifiche e il prestigio del Campionato Italiano Assoluto, ma per i Cremona Runners c’è un altro traguardo, quello tagliato al ristorante del Golf Club Il Torrazzo, dove il successo della gara si è trasformato, come ogni anno, un un gesto concreto per il territorio.
A introdurre la cena è stata Monica Signani: “È la serata dei ringraziamenti, ma anche la serata nella quale noi destiniamo la beneficenza. Ciò che è avanzato lo destiniamo a opere di beneficenza”.
Il presidente dei Cremona Runners Michel Solzi ha riavvolto il film di un anno speciale: “Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di poter ospitare il campionato italiano assoluto e abbiamo fatto il record di partecipazioni con 4.000 persone. Tutto questo non sarebbe mai potuto succedere senza il vostro magnifico aiuto, senza la vostra dedizione, e quindi il ringraziamento principale va a voi”. Ha ricordato anche il convegno “Modelli di successo”, realizzato con le Stelle al Merito Sportivo e il Liceo Manin, e ha svelato il motivo per cui, nel 2025, la beneficenza raddoppia: “Grazie ai grandi numeri che abbiamo fatto abbiamo potuto mettere da parte qualcosa di più, anche se le spese sono state alte. Siamo felici di fare beneficenza a quattro associazioni della provincia di Cremona, perché il denaro rimarrà sul territorio, che è la cosa più importante”.
Dal sindaco Andrea Virgilio un doppio grazie, sportivo e civile: “Quello che si è riusciti a creare in questi anni è qualcosa di straordinario e per niente scontato. È una sorta di orchestra: ci sono tanti musicisti, tanti artisti diversi, e metterli assieme non è banale. Gli sponsor non sono un dettaglio, significano imprese che credono a eventi che ormai fanno parte dell’identità della città. Oggi si riconosce il lavoro di alcune associazioni. Il pubblico da solo non ce la fa senza chi, come loro, è antenna sul territorio. Riconoscere concretamente questi percorsi di aiuto e cultura è un bel gesto”. Virgilio ha voluto anche sottolineare la scelta del Comune di Cremona di ospitare la consegna dei pettorali in Palazzo Comunale: “Arrivare nella casa dei cremonesi, invece che in un contesto più semplice, per me è stato significativo. Chi fa 21 chilometri la scalinata la fa volentieri per il riscaldamento”.
Il presidente di Fidal Lombardia Luca Barzaghi ha ribadito il valore educativo dell’atletica: “Lo sport è un veicolo eccezionale dal punto di vista sociale, e l’atletica è uno sport pulito che fa crescere i nostri giovani e li tiene lontani da cattive strade. Dare un contributo in beneficenza a quattro realtà non è da tutti, soprattutto oggi, con le difficoltà economiche e la riforma dello sport. Lo facciamo perché vogliamo restituire quello che lo sport ha dato a noi”. Barzaghi ha lanciato un appello ai più giovani: “Tutte le associazioni hanno bisogno di ricambio. Vi auguro ancora molti anni di questa manifestazione, con nuove energie che continuino il lavoro iniziato”.
Sulla stessa linea il delegato provinciale CONI Alberto Lancetti: “La riforma dello sport chiede sempre più professionalità e un cambio di passo: l’auspicio è che i giovani comincino a scalare anche la parte amministrativa delle società, non solo quella sportiva. Nella Fidal di Cremona, in Michel e in tutti i volontari, ho trovato una famiglia e una passione che non si trovano dappertutto. Quello che facciamo nello sport, se lo facciamo bene, ha ricadute sulla società civile, anche per chi non può praticarlo ma può trarne beneficio da un evento o da un piccolo gesto di donazione come questa sera”.
Poi la parte più attesa: la consegna degli assegni alle quattro associazioni scelte quest’anno, tutte radicate nel territorio e impegnate in fronti diversi della fragilità.
La prima chiamata è stata “No Spreco”, con la presidente Diana Afman e la volontaria Francesca Carini. “Siamo una piccola associazione nata nel 2017, nati per sparire il prima possibile, perché siamo nati per combattere lo spreco alimentare – ha raccontato Afman -. Speravamo, e speriamo ancora, che un giorno non ci sia più bisogno di noi, ma lo spreco continua. Raccogliamo le eccedenze dei negozi, dei supermercati, dei produttori, mettiamo in rete il commercio di vicinato con Caritas, San Vincenzo e chi aiuta le famiglie in difficoltà”.
L’idea dell’associazione è nata ascoltando da un balcone le lamentele di un negoziante che “aveva un sacco di roba da buttare” nei giorni di pioggia, incrociate con le preoccupazioni delle volontarie che non avevano cibo sufficiente per i pacchi alimentari. Oggi No Spreco lavora anche con fondazioni e bandi pubblici per garantire pacchi completi tutto l’anno. Carini ha ricordato il lavoro di sensibilizzazione nelle scuole: “Uno dei nostri obiettivi è parlare ai giovani, introdurli al volontariato e aiutarli a costruire un proprio percorso personale contro lo spreco”.
Sul tema della disabilità è intervenuto Libero Zini, presidente della fondazione “Dopo di noi: Insieme”. “Ringrazio di cuore per questo grande supporto” ha esordito. “La nostra fondazione nasce da famiglie che hanno al proprio interno persone con disabilità grave e che si sono messe insieme per gestire il dopo di noi dei propri congiunti”. Nata oltre vent’anni fa, con tra i fondatori Comune e Diocesi di Cremona, la fondazione ha anticipato la legge sul dopo di noi creando nel 2007 una casa famiglia, riconosciuta come comunità sociosanitaria: “Vivono lì sette persone con disabilità, più un posto per le emergenze. Li chiamiamo ragazzi, anche se alcuni sono adulti, perché sono come sette fratelli: durante il giorno frequentano i centri diurni, poi tornano a casa, condividono la quotidianità, le vacanze, i piccoli traguardi di autonomia. Per le famiglie è un sospiro di sollievo, perché pensare al dopo di noi è angosciante. Noi cerchiamo di dare una risposta concreta”.
Terza realtà sostenuta, la cooperativa sociale Lae, rappresentata dalla presidente Silvia Biazzi e dalla coordinatrice Clara Malcontenti. “Siamo una cooperativa sociale che nel 2026 compirà cinquant’anni” ha spiegato Biazzi. “Oggi offriamo sia servizi alla persona sia percorsi di inserimento lavorativo per persone con disabilità”. Lae lavora conto terzi nell’ambito dell’informatica, dell’assemblaggio e delle pulizie, con l’obiettivo di trasformare le commesse in veri posti di lavoro: “Sapete tutti cosa significa, in termini di dignità, poter dire di avere un lavoro”. Accanto a questo, la cooperativa gestisce servizi diurni e residenziali: “Abbiamo una comunità attiva 24 ore su 24, con dieci persone che vivono come dieci fratelli, e da un anno un appartamento dove un gruppo di cinque persone sperimenta la vita autonoma a rotazione. Senza la fiducia delle famiglie, che ogni giorno ci affiancano, non sarebbe stato possibile”.
Infine, la Società di San Vincenzo De Paoli – Cucine benefiche, con il presidente Massimo Fertonani. “La nostra opera più nota sono le cucine benefiche, una mensa gratuita quotidiana: siamo aperti tutto l’anno, sette giorni su sette” ha ricordato. L’esperienza nasce nel 1916, quando il vescovo, durante la Prima guerra mondiale, decise di offrire un pasto a vedove e orfani dei militari caduti. Oggi la mensa opera nella Casa dell’Accoglienza e, grazie all’iniziativa del “pasto sospeso”, coinvolge 70-80 negozi di Cremona e del circondario. “Fino a poco tempo fa accoglievamo 35-40 persone al giorno. Da oltre un anno, purtroppo, gli ospiti sono raddoppiati: ogni mattina, alle 11.15, 70-80 persone vengono da noi per un pasto caldo, completo e gratuito. Tutto questo è possibile solo grazie alle offerte dei cremonesi”.
Fertonani ha chiuso con un’immagine che ha colpito la sala: il parallelo tra chi corre una mezza maratona e chi bussa alla porta della mensa. “Chi fa la maratona si pone un obiettivo, si allena, accetta la fatica e alla fine arriva al traguardo. I nostri ospiti, per fragilità, spesso non si pongono obiettivi, non hanno la forza di fare fatica. Sono tra le persone più fragili della città. L’apparente distanza tra il vostro mondo e il nostro si colma quando chi vive certi valori si avvicina a chi non riesce a viverli. Così, in modo diverso, siamo cittadini della stessa comunità: c’è chi dà e c’è chi riceve”.
Una serata di festa, a poche settimane dal Natale, che ripropone il senso profondo di un evento sportivo che quest’anno si è fatto addirittura in quattro per lasciare un messaggio di solidarietà.
Cristina Coppola