Cronaca

Penalisti in assemblea chiamano in causa i politici 'Che investano sulla giustizia'

Del caso cancellerie, e non solo, si è tornati a parlare oggi nel corso dell’assemblea della Camera Penale di Cremona e Crema alla quale, oltre al presidente Alessio Romanelli e agli iscritti, ha partecipato anche Emilio Gueli, presidente della Camera Penale della Lombardia Orientale. Nel corso della riunione è stato revocato lo stato di agitazione che era stato proclamato il 5 febbraio scorso a causa della riduzione dell’orario delle cancellerie disposto dalla presidente del tribunale Anna di Martino per far fronte alla drammatica situazione di carenza di organico in cui versano gli uffici giudiziari. Non era già più all’ordine del giorno, invece, l’ipotesi di un’astensione, essendo le cancellerie tornate ad osservare i vecchi orari.

Ma il problema della carenza di organico resta, ed è un problema che i penalisti non hanno mai sottovalutato. Anzi: il presidente Gueli, riferendosi al primo provvedimento che disponeva l’apertura delle cancellerie una sola ora, ha parlato di “un’iniziativa fortemente provocatoria” da parte della presidente di Martino, e ha puntato il dito contro la politica. “La carenza di personale”, ha detto Gueli, “è un problema sociale  che dobbiamo affrontare provocando le istituzioni”. “E’ possibile”, si è chiesto, “che gli amministratori locali non intervengano?. Se gli uffici non funzionano, tutti sono penalizzati”. Quella che manca, secondo Gueli, è la progettazione. “I problemi del funzionamento dei tribunali risalgono a decenni e non è mai stato fatto niente. Ma sono i nostri politici che devono andare a battere i pugni. Bisogna che gli amministratori di ogni circondario investano sulla macchina della giustizia. I politici sono al nostro servizio, confrontiamoci per evitare che si spendano i soldi in tutto, ma non sulla giustizia”.

Proprio su questo tema, al termine dell’assemblea è stato deciso che verranno organizzate iniziative per coinvolgere politici e amministratori locali a sostegno del tribunale. “Tutto da noi è sempre stato fatto in favore del tribunale”, ha chiarito a sua volta il presidente Romanelli: “compresa la nostra decisione di proclamare lo stato di agitazione o la proposta di astensione”. Un’intenzione, quella di fare sciopero, che era criticata da Mauro Cardinale, delegato nazionale del componente esecutivo regionale Usb giustizia e coordinatore Rsu, il quale aveva definito “esagerata” la reazione degli avvocati, “che piuttosto di fare proposte e cercare soluzioni condivise, hanno addirittura minacciato uno sciopero”. “Non entro in polemica con i sindacati”, ha risposto il presidente Romanelli. “C’è sempre stato un buon rapporto tra noi e il personale delle cancellerie, c’è sempre stata disponibilità e abbiamo sempre cercato di comprendere le esigenze dell’ufficio”. “Ecco perchè”, ha concluso Romanelli, “la reazione dei sindacati mi è sembrata incomprensibile e anche un pò scomposta”.

Sara Pizzorni

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