Cronaca

Susanna, ex di Pasini, parla per la prima volta: 'Anche io vittima Da agosto la mia vita è stravolta'

La casa di Susanna, dove è morta Sabrina

“Dal 16 agosto 2020 mi ritrovo catapultata ingiustamente in una situazione drammatica in quanto non dispongo più nè della mia abitazione, di cui ero locataria, nè dei miei oggetti e mobili. Miei e dei miei figli, con tutti gli innumerevoli disagi del caso. La nostra abitazione è stata posta sotto sequestro”.

Per la prima volta, a parlare, è Susanna Lipani, locataria dell’appartamento in via Porto Franco nel quale è morta Sabrina Beccalli, per il cui omicidio si trova in carcere Alessandro Pasini, ex compagno proprio di Susanna. Lei, 39 anni, madre di due figli e maestra, ha visto la propria vita stravolta.

Molto è stato scritto di Susanna sulla stampa, con ricostruzioni talvolta inesatte, come per esempio il dettaglio delle chiavi di quell’appartamento che “non sono state lasciate a Pasini, ma da lui sottratte dopo che lo avevo lasciato definitivamente durante una vacanza in Sicilia; vacanza che non è proseguita insieme perché io l’ho obbligato a interrompere le ferie con me ed i miei figli a causa dei suoi reiterati atteggiamenti violenti e del suo stato perennemente alterato dall’ alcol e probabilmente anche dagli stupefacenti”.

Era la terza volta che Susanna lasciava Alessandro: “Nell’arco di 3 anni era la terza volta che provavamo a stare insieme. Ci provavo e credevo in un possibile recupero delle sue dipendenze, tanto da accompagnarlo nel percorso avviato con il Sert. Ma stavamo insieme sempre per periodi brevi in quanto mi accorgevo ben presto che nulla cambiava”.

Susanna in questi mesi si è vista chiudere numerose porte in faccia, anche da parte di eventuali affittuari che “mi hanno giudicata una poco di buono e temevano per i propri appartamenti, dato che Pasini aveva reciso il tubo del gas con il preciso intento di far saltare in aria il locale”. Anche per quest’ultimo motivo Susanna ha così deciso di sporgere denuncia. La seconda, per la precisione, nei confronti del 45enne; la precedente per gravi violenze.

“Non voglio raccogliere le solite critiche tipo ‘tu ci sei tornata insieme dopo le violenze’, innanzitutto poichè nessuno, se non lo vive, può capire a che livello ossessivo-compulsivo fosse giunto dopo un anno il corteggiamento di questa persona nei miei confronti; anno in cui appunto lo avevo allontanato con tutte le mie forze e non solo fisicamente ma anche dai social network. Mi ha veramente sopraffatta di lettere d’amore, di sorprese, di inviti non accettati, di biglietti e fiori. Mi sono fidata nuovamente, perdendo la stima di alcune persone (amiche) estremamente giudicanti. Mi sento in dovere  di specificare che la recidività di noi vittime nel proseguire relazioni con uomini violenti è frequente ed io non sono né la prima né l’ultima, per cui vorrei non essere giudicata secondo il tormentone del ‘te la sei cercata’.”

“Attualmente vivo una situazione drammatica e di profondo disagio, in quanto anch’io sono vittima dei fatti legati all’omicidio di Sabrina ma se avete letto ‘ex’ su qualsiasi giornale è perché io, indubbiamente un po’ tardi ma non troppo, ho rotto quel legame che mi opprimeva. E il coraggio per assumere questa decisione in modo definitivo l’ho trovato solo credendo fermamente negli insegnamenti delle volontarie del Centro Antiviolenza di Crema. Quel giorno in Sicilia ho agito conscia del loro sostegno. Cionostante, l’insidioso male di questa persona è talmente radicato che continua a crearmi problemi anche a posteriori”.

“L’Associazione ‘Donne Contro la Violenza’ mi ha sempre fatto sentire accolta e mai giudicata. Voglio ringraziarle tutte, una ad una. Se sono viva ancora e se trovo la forza di andare avanti gran parte del merito è loro. Spero per me stessa e per tutte le donne che il loro lavoro prosegua e che tutte le vittime di violenza possano entrare in contatto con questa realtà preziosissima”.

Ambra Bellandi

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