Cremona come Seregno? Consiglio
Stato boccia fusione tra multiutility
Malvezzi, Forza Italia: "L'amministrazione Galimberti ritiri la delibera se non vuole incorrere nel danno patrimoniale". Duro anche il commento dei 5Stelle

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Il Consiglio di Stato ha ribadito quanto il Tar Lombardia aveva già sentenziato in primo grado: l’accordo che ha portato alla fusione tra A2A e AEB, multiutility della Brianza, doveva essere fatto mediante procedura ad evidenza pubblica. Il Consiglio di Stato infatti ha dato torto al Comune di Seregno sulla procedura di selezione del socio privato nell’aggregazione industriale fra la propria multiutility e la Spa milanese – bresciana che ha in corso il processo di fusione per incorporazione con Lgh, dopo averne acquisito nel 2018 il 51%.
Oggi 1 settembre, la quinta sezione del Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza che respinge il ricorso di Comune, Aeb e A2A contro due aziende private nel settore termotecnico sulla procedura di aggregazione industriale. Sulla partnership il Tar aveva accolto i ricorsi presentati dai privati e dal consigliere comunale di minoranza, Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno.
Il caso Seregno era già stato evidenziato dai consiglieri comunali di minoranza e in particolare da Carlo Malvezzi di Forza Italia per dimostrare che anche l’accordo di partnerhisp tra Lgh e A2a mostrava delle crepe. Dopo i rilievi di Anac, l’autorità della concorrenza, che aveva ribadito la necessità di una gara ad evidenza pubblica, non vi erano però stati ricorsi alla giustizia amministrativa, da parte delle forze di opposizione cremonesi.
Particolarmente duri verso l’operazione, gli interventi del forzista Carlo Malvezzi in numerose sedute del Consiglio. Così oggi Malvezzi commenta la sentenza: “La decisione di annullare la delibera del Comune di Seregno conferma tutti i dubbi da noi espressi in tutte le sedi sulla legittimità dell’acquisizione di Lgh da parte di A2A. Non è possibile cedere quote di capitale pubblico senza gara e senza la necessaria concorrenza. L’aveva già detto l’Anac nel 2018, lo ha ribadito oggi il Consiglio di Stato.
Chiediamo al Comune di agire in autotutela, quindi di ritirare la delibera che ha assunto per evitare che questa scelta sbagliata provochi pesanti danni patrimoniali”.
Sulla stessa linea il comunicato del M5S a firma del senatore Danilo Toninelli, del Consigliere Regionale Marco Degli Angeli e del Portavoce comunale di Crema Manuel Draghetti.
“La fusione tra A2A e AEB, la multiutility di Seregno, non è valida”, affermano. “Il verdetto finale è arrivato oggi dal Consiglio di Stato. L’operazione da 450 milioni è stata sonoramente bocciata in quanto la scelta del Comune di Seregno di non procedere con la procedura di evidenza pubblica è stata ritenuta illegittima. Sono molti gli interrogativi e i giudizi politici che ne derivano e che coinvolgono la nostra Provincia a partire dal 2016 e che confermano che l’azione scriteriata coordinata dal centrosinistra a trazione PD nei nostri territori di Cremona, Crema, Lodi e Pavia si è dimostrata un vero e proprio fallimento per i cittadini, che è andata a vantaggio di aziende private quotate in borsa. Queste società gestiscono servizi fondamentali per i cittadini, come il gas, l’energia elettrica, i rifiuti”.
“Cosa ne pensano – affermano gli esponenti M5S – i sindaci Galimberti e Bonaldi di questo giudizio del Consiglio di Stato a fronte di quello che è successo anche nelle nostre città?
Fa molto rumore il silenzio dei sindaci di Crema e di Cremona e quello dei Consiglieri comunali, che hanno approvato politicamente il percorso di fusione LGH-A2A, tutti ad eccezione di quelli del M5S.
Alla luce di questi fatti risulta ancora più scandaloso il voto in Consiglio Comunale di Crema e Cremona dello scorso giugno, che ha avallato senza batter ciglio l’operazione in salsa cremasca e portato nuovamente alla ribalta la vergognosa svendita di strutture e processi di valore del nostro territorio, gioielli che sarebbero senz’altro cresciuti, se presieduti maggiormente, con una gestione oculata”.
Ricordiamo infatti come nel 2015 si avviava il percorso di fusione tra LGH ed A2A, con la cessione del 51% delle azioni di LGH ad A2A. Il 26 febbraio 2016 il M5S presentava un esposto all’ANAC per verificare la corretta procedura: i dubbi si rifacevano ad una presunta violazione delle norme di concorrenza e pubblicità nella vendita delle quote della società pubblica LGH ad A2A.
Avevamo ragione e davanti a queste debacle giudiziarie ci saremmo aspettati delle dimissioni, mentre dalle nostre parti non sono arrivati nemmeno i mea culpa, da parte di chi ha contribuito a questa svendita.
Le modalità di gestione delle partecipate, la svendita del patrimonio pubblico e la mancanza di progetti ad ampio respiro dimostrano come la politica della nostra provincia sia senza una guida solida, che, con procedure non corrette, ha consegnato il nostro futuro in mano ad aziende private, a discapito della competitività del nostro territorio”. g.biagi