Rapina da Leggeri: condanna,
ma vizio parziale di mente
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In aula aveva confessato di aver cercato di rapinare la farmacia Sant’Ambrogio di via Fabio Filzi, e i giudici avevano disposto una perizia psichiatrica. Oggi l’esito e la sentenza. Per Davide Pigozzi, 60 anni, cremonese, l’uomo che a ridosso delle 20 del 29 dicembre del 2021 aveva afferrato per il camice una dipendente e minacciato con un pugnale la moglie del titolare, vizio parziale di mente e condanna a 2 anni e 4 mesi. Libertà vigilata per 2 anni con obbligo di seguire un percorso psicologico. Per il 60enne, il pm Andrea Figoni aveva chiesto una pena di 5 anni e 6 mesi. Lo scorso 5 luglio, l’imputato aveva confessato ai giudici le proprie responsabilità, dicendo di aver agito così perchè voleva distruggere la sua vita. “Non sono più capace di reinserirmi nella società, non trovo aiuti e questo è il mio modo di distruggere la mia vita”.
Pigozzi, assistito dall’avvocato Giuditta Evangelisti, è noto alle cronache per aver rapinato nel 2013 la farmacia Zamboni, ma soprattutto per essere stato l’autore del tentato omicidio avvenuto il 3 febbraio del 2007 davanti al Sert di via Postumia per un regolamento di conti per questioni di droga.
Il giorno della tentata rapina alla farmacia di Guglielmo Leggeri, il 60enne era entrato con una cuffia calzata fin sopra gli occhi, il volto totalmente nascosto da una mascherina con solo un foro all’altezza del naso e da un paio di occhiali da sole scuri. La moglie del titolare, però, aveva reagito, intimandogli di andarsene e facendolo desistere. Le immagini delle telecamere interne visionate dagli agenti della Mobile avevano fatto notare alcune peculiarità: il fatto che il rapinatore avesse dei tatuaggi sul collo e sulle mani, e che zoppicasse. Gli inquirenti non ci avevano messo molto a capire che si trattava di Pigozzi, “vecchia conoscenza” delle forze dell’ordine proprio per il suo “curriculum criminale.
Sara Pizzorni