Saap, gli educatori: "Noi
gli ultimi ad essere consultati"

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“Strumentalizzati dalla destra”, “Morti di fame senza senso di appartenenza pronti a cambiare organizzazione solo per lo stipendio”, ‘Protesta pretestuosa per ragioni economiche”. Così si sentono descritti tanti educatori che in questi giorni si sono mobilitati per la perdita dell’appalto Saap da parte delle loro cooperative di appartenenza.
“Facciamo un po’ di chiarezza in mezzo a questo teatrino economico-politico che si é costruito”, scrivono in una nota che sta circolando da dopo la commissione di Vigilanza di martedì pomeriggio. Non ci interessa entrare in quella scena che non ci appartiene ma allo stesso tempo sappiamo bene che le linee politiche che il Comune, con qualsiasi giunta, decide di imprimere alle proprie scelte ci riguardano in prima persona. A vivere le conseguenze di questi ‘casi politici’ siamo noi.
“E allora ci chiediamo: quali considerazioni sono state fatte prima di decidere di indire una nuova gara su un servizio così delicato? Quali le conseguenze previste in caso di vittoria di uno o dell’altro soggetto?
Ve lo diciamo noi. Lo abbiamo sentito chiaramente in sede di commissione: nessuna valutazione o previsione, non c’era motivo di fermarsi a pensare alle conseguenze prima di fare questa gara.
“E ancora: quali sono le motivazioni per cui si utilizza, per servizi tanto importanti e tanto delicati, una modalità di assegnazione come le gare d’appalto che hanno evidentemente dimostrato i rischi che possono determinare?
Com’è possibile che una giunta che si dichiara vicina ai servizi, ai lavoratori, al mondo del sociale, non si renda conto dell’incoerenza di lasciare ad una gara, a un gioco competitivo ed economico, il futuro di utenti fragili e centinaia di lavoratori?
“Ricordiamo che non siamo noi a non aver previsto le conseguenze di una gara lanciata a luglio 2024 e conclusa a gennaio 2025, alla metà esatta di un anno scolastico già faticosamente progettato.
Noi, lo ripetiamo ancora, siamo coloro che lavorano in prima linea con bambini, ragazzi, famiglie, scuole, ogni giorno, da anni. E siamo anche coloro a cui vengono date spiegazioni e informazioni chiare solo all’ultimo momento.
“Il comune rassicura le famiglie (“tranquilli manterrete i vostri educatori”) giusto per sottolineare la pressione che grava su di noi a causa di chi si permette di dare certe rassicurazioni prima di aver coinvolto i diretti interessati. ProgettoA vince la gara?? Ecco che vengono convocati i dirigenti scolastici, poi è il turno dei referenti per la disabilità e solo alla fine arriva il nostro, stabilito per il 18 Febbraio, a 10 giorni esatti dall’inizio di un qualcosa cui siamo chiamati a rispondere senza nemmeno avere garanzie di lavoro e tutela”.
Gli utenti coinvolti in questa vicenda, disabili con problemi di varia gravità, sono circa 250, gli operatori come noto sono 156 e quelli disponibili al passaggio col nuovo gestore sarebbero meno di 50.
“Quanti bambini/ragazzi rimarranno quindi senza educatore? Per quanto? Le scuole si troveranno a dover gestire difficoltà nuove non dipese da loro?”, si chiedono.
“Ricordiamo per correttezza che la nostra volontà non è accusare la cooperativa vincente di alcuno sbaglio, se non della poca chiarezza e assenza di comunicazione con quello che vorrebbe avere come personale. Progetto A ha vinto una gara, ha tutto il diritto di subentrare e sta ora vivendo, per tempistiche che non ha scelto, una grossa difficoltà nel riuscire a organizzarsi in meno di 2 settimane per poter garantire un servizio enorme e complesso.
Chiediamo allora ancora una volta all’amministrazione comunale: era davvero necessario? In queste tempistiche?
Era davvero necessario costringere 156 educatori ed educatrici a scegliere, in tempi disumani, tra i tanti ragazzi con cui da anni lavorano, con diverse fragilità e di diversi servizi e il capire come arrivare a fine mese? Stare con la nostra cooperativa o cambiare tutto su due piedi e senza garanzie?
La gara è persa. Le cooperative che da più di 10 anni lavorano sul servizio Saap hanno perso.
E alla prossima gara? Si ripresenterà la stessa situazione? Si faranno le stesse scelte politico-economiche? Queste sono le domande che sarebbe opportuno porsi adesso”.