Covid, il racconto dall'ex assessore
Gallera: "Una bomba atomica"

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“Oggi, cinque anni fa scoppiava sulla Lombardia una bomba atomica“: sono le parole dell’ex assessore regionale alla Sanità e al Welfare Giulio Gallera.
È lui che era a capo della sanità lombarda quando, nel 2020, il Covid-19 arrivò anche a Cremona. Abbiamo raggiunto Gallera al telefono, e la sua voce è ancora piena di emozione, di dolore di quel ricordo: “Devo dire che quando alla sera di quel giovedì, un giovedì come oggi, alle 21.30, arrivò la telefonata del primo caso di Covid a Codogno, non avrei mai immaginato quello che poi è avvenuto da lì a pochi giorni, nel senso che noi nessuno ci aveva in qualche modo preparato o preallertato rispetto ad un’onda così gigantesca e così veloce di infezioni che ha travolto la nostra regione”.
Il Covid-19 ha scosso e turbato tutta la macchina organizzativa anche regionale: “Eravamo strutturati, c’erano dei protocolli che noi avevamo seguito, c’erano dei casi sospetti che avevamo, appunto, con le modalità che erano state definite di isolamento dei pazienti e di tamponature, gestito (e sempre negativi) ma si immaginavano alcuni pochi casi, eventualmente. Ma non quello che è successo. Noi, da quella notte in poi siamo entrati in questo tunnel nero che è stato un tunnel fatto di sofferenza, di un senso di impotenza“: ci dice Gallera.
“Osservavamo e cercavamo di mettere in campo delle risposte – aggiunge l’ex assessore rionale -, peraltro con una straordinaria capacità di reazione da parte degli ospedali e della nostra struttura regionale, che guardandoli adesso, col senno di poi, sono state veramente encomiabili. Non avevamo un libretto delle istruzioni, sul che cosa dovevamo fare nel caso in cui si realizzassero numeri così alti, questa ondata crescente”.

Più le ore passavano, più la consapevolezza anche dei piani alti regionali aumentava: “Tra venerdì e sabato ecco i primi casi anche su Cremona, casi di persone che in quel momento avevano però ancora un collegamento con Codogno. C’era un po’ l’illusione che tutto fosse legato a questo focolaio di Codogno” ha raccontato Gallera. “Ma i casi su Cremona da subito hanno iniziato a crescere e hanno iniziato a diffondersi su Milano e su altre province, avevamo capito che la situazione era molto più vasta, però devo dire che la crescita nei primi giorni è stata veramente una cosa esponenziale pazzesca e travolgeva tutti i territori e soprattutto nelle primissime settimane Cremona è stata una delle aree più colpite“.
Non si ferma il racconto fiume di Gallera, che ripercorre con noi i primi giorni: del Coronavirus “Ricordo come se fosse ora le urla disperate, le grida d’allarme e di dolore dei direttori generali compreso quello di Crema e di Cremona quando abbiamo inaugurato l’ospedale da campo di Samaritan’s Purse a Cremona. Era stata scelta Cremona perché quella di Cremona era una delle più grandi sofferenze in termini di posti letto e quindi lì doveva essere messo”. Infine un ricordo estremamente legato al nostro territorio: “I primi di marzo le telefonate del direttore Rossi che mi diceva Giulio devi mandare da altre parti le ambulanze perché noi qui abbiamo file di ambulanze fuori dal pronto soccorso dell’ospedale e non riusciamo a sbarellare e la situazione era ai limiti del collasso”.
Federica Bandirali