Cronaca

Il Prefetto Giannelli a CR1:
"Le bande hanno i giorni contati"

Il Prefetto Antonio Giannelli

A Cremona aumentano risse ed aggressioni e il clima di insicurezza cresce. Di questo si è parlato nella serata di mercoledì su CR1 durante la trasmissione “La Piazza”. Tra gli interventi, anche quello del Prefetto di Cremona Antonio Giannelli, che ha voluto spiegare la reazione delle forze dell’ordine agli ultimi fatti di cronaca.

Durante le ore serali e notturne commercianti e cittadini chiedono maggiori controlli. Qual è la risposta delle forze dell’ordine?
“La risposta credo sia stata ben testimoniata dal tavolo che abbiamo tenuto in prefettura: oltre a me e alle forze di polizia erano presenti il sindaco di Cremona Andrea Virgilio e, soprattutto, il procuratore della Repubblica; questo perché la risposta deve essere data sia in fase preventiva che in fase repressiva, assicurando alla giustizia quei casi che, seppur in maniera limitata, si verificano”.

Secondo le ultime rilevazioni, sono aumentate negli ultimi mesi sia le rapine che le risse, mentre si è registrato un calo nei danneggiamenti. La sensazione è che le cose stiano peggiorando: è solo percezione o c’è qualcosa di reale?
“Penso che la somatizzazione dell’insicurezza vada assolutamente rispettata: è legittimo che ogni cittadino voglia, in qualsiasi circostanza, sentirsi sicuro. I dati sono dovuti a singoli episodi, essenzialmente legati ad una banda (e sottolineo che non si tratta di una gang, che ha bisogno di un capo) che a ottobre imperversava in città; una banda che oggi non è più presente e dove tutti i componenti sono stati fermati. C’è poi quest’altro gruppo, che è stato già parzialmente trattato dalle forze dell’ordine e che, credo, a breve sarà assicurato totalmente alla giustizia”.

Spesso al centro di questi episodi ci sono giovani e giovanissimi, è un segnale di come la povertà educativa si stia diffondendo?
“A livello nazionale, la Polizia di Stato ha negli ultimi giorni messo a segno un’operazione molto significativa, con l’arresto di oltre 73 persone; va quindi specificato che è un fenomeno non soltanto legato a Cremona, ma all’intero territorio italiano. Anche noi, quindi, registriamo una recrudescenza di reati compiuti da parte di minorenni, nella fascia d’età che va dai 12 ai 17 anni, legata molto spesso anche delle difficoltà di carattere sociale, che poi portano a episodi come quelli che sono stati registrati”.

La richiesta di protezione sta aumentando e opinione pubblica e cittadini ritengono che non arrivino risposte reali dalle forze dell’ordine; c’è il pericolo che scatti una sorta di “autogestione della sicurezza”, con le famose ronde notturne?
“Nessuno deve provare a farsi giustizia da solo, lo dico in maniera molto chiara: il 112 è un numero sempre attivo e ognuno può e deve allertare le forze di polizia, quindi professionisti qualificati che intervengono nei limiti del possibile nel più breve tempo possibile. E’ anche per questo che abbiamo disposto un’intensificazione dei controlli nel fine settimana (da giovedì a domenica): abbiamo, oltre alle pattuglie che ordinariamente circolano in città, circa 10 pattuglie in più. L’invito che formulo in questo momento è quello di sensibilizzare tutti, dagli operatori commerciali ai cittadini, in caso di situazioni anomale di allertare la forza di polizia e di evitare di intervenire direttamente”.

A proposito di operatori commerciali, ha colpito molto l’aggressione in centro alla Ciocco di Piazza Roma, dove un 36enne è rimasto gravemente ferito. I fatti risalgono allo scorso 23 febbraio, ci sono novità sulle indagini?
“Come sapete, questa è competenza della Procura; credo di poter dire che la giustizia farà il suo corso in maniera abbastanza sollecita. Colgo l’occasione però per passare questo messaggio: quando ci sono delle indagini, si richiedono particolari attenzioni anche nella compilazione degli atti; quindi è per questo che, pur essendo state fatte tutte le identificazioni, è necessario poi fare tutto per bene, affinché queste persone possano essere assicurate alla giustizia”.

Si ha l’impressione che, quando un reato viene commesso da uno straniero, scatti una sorta di discriminazione che fa pensare che questo reato sia più grave: è possibile che sia ancora così diffuso questo atteggiamento?
“Ciò che abbiamo registrato a Cremona in queste settimane è che ci sono ragazzi stranieri, ragazzi italiani, ragazzi italiani di seconda generazione. Credo che la cifra comune di queste fattispecie sia purtroppo il disagio sociale, spesso legato a ragazzi che la mattina, invece di andare a lavorare o a scuola, usano andare in giro a rapinare. Questo è un fenomeno sul quale tutti insieme ci dobbiamo interrogare, al di là dei profili penalmente rilevanti: penso che nell’ordinario occorrerà introdurre anche delle azioni per intervenire su questi ambiti di disagio, che ci sono e possono essere forieri anche di fatti gravi”.

Giovanni Palisto

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