522 giorni agli arresti domiciliari
Risarcito il medico Carlo Mosca
Il medico, assolto in via definitiva, aveva chiesto il risarcimento per ingiusta detenzione

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I giudici del tribunale di Brescia hanno accolto la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione a favore di Carlo Mosca, 52 anni, originario di Persico Dosimo, l’ex primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari finito a processo per omicidio volontario plurimo.
Accuse dalle quali il medico era stato assolto con formula piena in primo grado il primo luglio del 2022, e assolto in via definitiva due anni dopo con la formula dubitativa. Mosca, che era stato accusato di aver iniettato a tre pazienti malati di Covid Succinilcolina e Propofol, farmaci incompatibili in assenza di intubazione, e letali in quanto inducono il blocco dei muscoli e l’arresto respiratorio, era stato confinato agli arresti domiciliari 522 giorni, dal 25 gennaio del 2021 fino alla data della sentenza di primo grado, quando è tornato ad essere un uomo libero.
Nel febbraio del 2024, l’ex primario, che ora lavora al 118 degli Spedali Civili di Brescia, aveva chiesto il risarcimento per l’ingiusta detenzione. Una richiesta che era stata accolta anche dalla procura generale, ed ora anche dai giudici.
I pazienti deceduti, come era stato dimostrato dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Elena Frigo e Michele Bontempi, erano morti per “cause naturali” dovute alla concomitanza tra il Covid e le loro malattie pregresse.
Il medico ha ricevuto un indennizzo “che è più alto del mero calcolo matematico delle spettanze”, hanno spiegato i due legali. “Segno che è stato riconosciuto il danno che il nostro assistito ha patito”.
Gli stessi magistrati della Corte d’Assise, nella motivazione di primo grado, avevano definito “di enormi proporzioni l’afflizione arrecata all’imputato, che ha patito una ingiusta e prolungata limitazione della libertà personale e rischiato di subire una condanna all’ergastolo, con gravissime ripercussioni sul piano sia umano che professionale, cui il verdetto assolutorio può porre solo parziale rimedio”.
Sara Pizzorni