Cronaca

Il giudice: no al reintegro di
Cheti Nin nell'associazione Zoofili

Cheti Nin non sarà reintegrata all’interno dell’associazione Zoofili cremonesi dalla quale era stata espulsa in seguito alla condanna in via definitiva emessa il 6 ottobre del 2017 ad un anno e tre mesi di reclusione, pena sospesa, per le uccisioni di animali all’interno del canile di Cremona. Lo ha deciso il giudice Antonia Gradi che ha respinto la richiesta della Nin, ex vice presidente della passata gestione dell’associazione, che aveva agito in sede civile chiedendo un provvedimento d’urgenza per essere riammessa, sia come associata che come volontaria.

Alla richiesta si era opposta l’attuale gestione dell’associazione, ora guidata dalla presidente Alessandra Bonvicini, rappresentata dall’avvocato Giorgio Maione. “Siamo fermamente contrari”, aveva spiegato il legale al termine dell’udienza dello scorso 2 dicembre, “in quanto riteniamo che la richiesta della Nin come figura che dovrebbe occuparsi del benessere degli animali sia incompatibile con quanto sostenuto dalla Cassazione”.

Oggi il giudice ha sciolto la riserva e ha accolto le ragioni dell’associazione. “Pacifica”, per il giudice, “la circostanza che la comunicazione di decadenza dalla qualità di associata veniva ricevuta dalla ricorrente in data 01/10/2019”, mentre “si osserva che il ricorso è stato depositato ad oltre due anni di distanza da tale momento”. “Le ragioni dell’esclusione”, scrive ancora il giudice”, “erano già note dalla ricorrente quantomeno dal 23/10/2020”, da quando cioè a Cheti Nin era stato comunicato che “la decadenza, opportunamente deliberata dal Consiglio direttivo dell’associazione, discende dallo Statuto in forza del quale la qualità di socio si perde per comportamento contrastante con gli scopi dell’associazione”. Il riferimento è alla condanna emessa dalla Cassazione per le accuse di reiterate uccisioni di cani e di intere cucciolate e di esercizio abusivo della professione veterinaria”. Per il giudice, il ricorso “appare comunque insussistente quantomeno sotto il profilo della incompatibilità della condanna penale riportata”.

“Siamo molto soddisfatti”, ha commentato oggi l’avvocato Maione. “Il giudice ha accolto tutte le nostre tesi difensive. Non c’erano nè ragioni di urgenza, nè di merito. Come associazione c’è la consapevolezza di aver agito nell’interesse degli associati e degli stessi animali che l’associazione ha il compito di tutelare”.

Sara Pizzorni

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