Comparto sud ingolfato da
lavori: l'attacco di Capelletti
Il Ministero delle Infrastrutture, aggiunge inoltre la consigliera di Fdi, non avrebbe mai ricevuto notizie dal Comune di un eventuale passaggio di competenza della manutenzione della tangenziale cittadina

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Si torna a parlare dei lavori nel comparto sud della città, tra il ponte di Po e la rotonda di Largo Moreni. Questa volta, dopo Portesani, interviene Chiara Capelletti di Fratelli d’Italia: “Già a ottobre avevo presentato un’interrogazione sui futuri lavori che avrebbero riguardato il Ponte in ferro sul Po, affinché fosse da stimolo all’amministrazione per un’attività seria di pianificazione e organizzazione di percorsi alternativi da comunicare con tempestività alla cittadinanza” scrive Capelletti. “Non solo, in quella stessa interrogazione chiedevo di avviare contatti con le parti interessate per sondare la disponibilità ad eventuali agevolazioni economiche per chi, costretto dai lavori, dovrà transitare sul ponte autostradale”. La consigliera parla del futuro viabilistico della zona “come una via Crucis”.

Capelletti prosegue: “Gli interventi in corso (tutti oggettivamente apprezzabili) e quelli che stanno per partire non faranno che ingolfare ancora di più l’area: viale Po, via Trebbia, via del Sale, via Giordano, via Cadore, fino a via Massarotti e persino via Milano saranno coinvolte. Per non parlare della tangenziale che però è una valvola di sfogo solo per metà della città visto che Cremona non possiede purtroppo un anello esterno completo all’area urbana”.
E si riaccende anche il dibattito sulla Strada Sud: “La partigianeria emersa sul tema dello sviluppo infrastrutturale, condita da ambientalismo integralista hanno impedito di sviluppare progetti seri di alleggerimento del traffico di alcune vie della città particolarmente trafficate. Il risultato? Ancora oggi, nel 2025, la città vive su un impianto viabilistico inadeguato a supportare le esigenze di spostamento attuali. Suonano le campane anche per chi vorrebbe realizzare una viabilità cittadina con limiti a 30 km/ora, così, oltre ad avere zone perennemente sovraccariche, pure in quelle limitrofe rallenteremmo lo scorrimento” dice la voce di FdI secondo cui le infrastrutture non sono inquinamento ma sviluppo, economia, benessere e opportunità.
Infine un’osservazione sulla competenza dei lavori della tangenziale: “A proposito della nostra “mezza” tangenziale che tutti vorremmo passasse ad ANAS, rispetto alla quale mi sono interessata già nel mese luglio 2024: ad oggi non mi risulta sia stato avviato alcun dialogo con il Ministero delle Infrastrutture. Se mai quel dialogo fosse iniziato, mi domando se ci sarà anche il coraggio di superare gli steccati ideologici, provando a presentare al Ministero un’idea di sviluppo che contempli Gronda Nord e comparto Sud (come si vede ho smesso di chiamarla Strada Sud, magari può contribuire a cambiare punto di vista)”.