Suicidio in carcere. Allarme
di sindacati e Camera Penale

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Un detenuto italiano di circa 40 anni psichiatrico si è tolto la vita questa mattina nel carcere di Cremona. Lo ha reso noto Uilpa Polizia penitenziaria, attraverso il suo segretario generale Gennarino De Fazio. “Si tratta”, ha spiegato De Fazio, “di un detenuto accusato di reati a sfondo sessuale e contro la persona”.
L’uomo si è tolto la vita impiccandosi. A nulla sono valsi i soccorsi. “Sale così a 13 la drammatica conta dei reclusi che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno“, ha dichiarato De Fazio, “cui bisogna aggiungere un operatore. Siamo palesemente di fronte a una carneficina a cui non si pone, di fatto, alcun argine efficace e che testimonia ancor di più, qualora ce ne fosse bisogno, la drammaticità dell’emergenza penitenziaria”,
“Anche la casa circondariale cremonese, con 551 detenuti presenti a fronte di 382 posti disponibili“, ha continuato il sindacalista, “si caratterizza per forte sovraffollamento e, con 180 agenti quando ne servirebbero almeno 335, per pesantissima carenza di personale”
Il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria ha ricordato che “dopo oltre due mesi dalle dimissioni di Giovanni Russo, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Corpo di polizia penitenziaria sono ancora senza un capo. Il governo prenda compiutamente atto dell’emergenza e ponga un freno alle sofferenze di detenuti e operatori, quest’ultimi ormai stremati da turnazioni massacranti, carichi di lavoro debordanti e continue aggressioni. Bisogna potenziare gli organici del personale, assicurare l’assistenza sanitaria e riorganizzare l’intero apparato avviando riforme complessive. È impensabile proseguire a lungo in queste condizioni”.
Il comunicato del Consiglio Direttivo della Camera Penale di Cremona e Crema “Sandro Bocchi” presieduto dall’avvocato Micol Parati:
Era accaduto pochi mesi fa, il 3 agosto 2024. E’ successo di nuovo oggi, 24 febbraio 2025. Un detenuto si è impiccato nella sua cella, nella Casa Circondariale di Cremona.
La drammatica situazione delle carceri italiane non ha fine, continua a mostrarsi in tutta la sua atrocità, con il peso di un’altra vita in custodia allo Stato che è stata persa. La drammatica situazione delle carceri italiane è stata denunciata ovunque, da tutti coloro che a vario titolo hanno contatti con la tremenda realtà dei luoghi di detenzione, invano.
Noi avvocati della Camera Penale la denunciamo ancora: la mancanza di un programma di serie riforme strutturali e di ripensamento dell’intera esecuzione penale e l’irresponsabile indifferenza della politica di fronte al dramma del sovraffollamento delle carceri e alla tragedia dei fenomeni suicidari.
Il carcere di Cremona è arrivato ad avere una situazione tra le più critiche della Lombardia, con un tasso di sovraffollamento di oltre il 140 per cento. Il personale penitenziario è carente e in difficoltà a sua volta, sia per quanto riguarda gli agenti di polizia sia per quanto riguarda il personale delle aree educativa e sanitaria.
La Camera Penale della Lombardia Orientale “Giuseppe Frigo”, di cui la nostra Camera Penale di Cremona e Crema “Sandro Bocchi” è Sezione, ha deliberato pochi giorni fa lo stato di agitazione proprio perché “Noi non ci rassegniamo e chiediamo con forza di tutelare la vita e la dignità delle persone detenute“.
Noi avvocati della Camera Penale ci siamo sempre stati, ci siamo ancora in questo drammatico presente e ci saremo sempre, accanto ai nostri assistiti e per promuovere e tutelare il rispetto della legge e in particolare dei diritti fondamentali dell’uomo come riconosciuti e descritti nella Costituzione e nelle convenzioni internazionali, vigilando sulla loro concreta applicazione.
Esortiamo nuovamente le forze politiche sia del nostro territorio sia a livello nazionale a porsi concreta-mente il problema della drammatica situazione carceraria italiana e a trovarne soluzioni, con interventi immediati che possano rendere il carcere un luogo in cui resta viva la parola “futuro”.
S.P.