Cronaca

Morto di malaria: Ocrim a processo
Patteggia il medico del lavoro

Lorenzo Pagliari

Per la morte di Lorenzo Pagliari, il 38enne cremonese specialista elettronico dell’Ocrim, stroncato dalla malaria dopo un viaggio di lavoro in Camerun, il giudice per l’udienza preliminare ha rinviato a giudizio Alberto Antolini, amministratore delegato dell’azienda cremonese con sede in via Massarotti specializzata nella fornitura di impianti molitori, mangimifici e lavorazioni di cereali, e la società Ocrim spa. Il processo si aprirà il prossimo 26 gennaio. Il medico del lavoro Nicoletta Bussacchini, invece, ha patteggiato un anno e tre mesi, pena sospesa. L’amministratore delegato e la società sono assistiti dall’avvocato Marco Gamba, mentre la Bussacchini era assistita dal legale Lariana Sagrini.

Le accuse sono quelle di omicidio colposo per il decesso, attribuito alla malaria, di Pagliari, morto nel reparto di Terapia Intensiva del Maggiore il 31 dicembre del 2023, e di lesioni gravissime nei confronti di un collega di lavoro di Lorenzo, anche lui di ritorno dal Camerun, che un giorno prima di Lorenzo, colpito dalla malaria, era finito nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale.

L’avvocato Gamba

Per la procura, l’azienda non avrebbe correttamente seguito tutte le disposizioni di sicurezza per i due dipendenti in trasferta in Africa che prima di partire non si erano sottoposti alla profilassi anti malaricaProfilassi non obbligatoria, ma consigliata in quelle zone dell’Africa dove il rischio di infezione è presente tutto l’anno. Lorenzo era rientrato dal Camerun il 13 dicembre. A Natale aveva accusato i primi sintomi che il 30 dicembre, un giorno prima di morire, lo avevano portato al ricovero. Quella che lo aveva colpito era stata una forma di malaria particolarmente aggressiva.

Lorenzo aveva soggiornato in Camerun dal 21 novembre al 13 dicembre del 2023, mentre il collega dall’8 al 21 dicembre. Al loro rientro, secondo l’accusa, non sarebbero state fornite “precise indicazioni o istruzioni operative da parte del datore di lavoro e del medico aziendale relative al monitoraggio dei lavoratori trasfertisti al rientro da un paese a rischio malaria, nonchè di una specifica informazione in merito”.

Da sinistra, gli avvocati Gaudenzi e Barbato

Nel documento di valutazione rischi redatto e sottoscritto il 6 settembre del 2023, ci sarebbe stata “una omissione di valutazione dei rischi per i lavoratori in trasferta nei Paesi a rischio di malattie infettive endemiche”, così come sarebbe stata omessa “la predisposizione di adeguate procedure operative allo scopo di fornire ai lavoratori presidi inerenti le misure di prevenzione e sulle misure organizzative, procedurali e igieniche da adottare al fine di evitare, prevenire e ridurre l’esposizione ai rischi correlati alla presenza di patogeni endemici, nella fase preparatoria alla trasferta, durante lo svolgimento della trasferta, nonché nei periodi successivi del ritorno nel paese di origine, con conseguente sorveglianza sanitaria dei lavoratori”.

I genitori di Lorenzo, Amos e Cristina, sono già stati risarciti. La coppia, assistita dagli avvocati Davide Barbato, di Cremona, e Nicola Gaudenzi, di Milano, che hanno parlato di un “congruo risarcimento”, è quindi uscita dal procedimento. Ad assistere all’udienza di oggi davanti al gup c’era il papà di Lorenzo, accompagnato dall’avvocato Barbato. Risarcito anche il collega di lavoro del 38enne.

Sara Pizzorni

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